Pineto.“Si tratta semplicemente di una opportunità in più per coloro che hanno l’abitudine di bere acqua in bottiglia o che gradiscono un sapore diverso”.
Così l’assessore all’Ambiente Nerina Alonzo risponde alle polemiche sollevate da Luca Di Pietrantonio e Gianni Assogna sull’istallazione a Pineto di due distributori automatici di acqua microfiltrata annunciata dall’amministrazione comunale.
Secondi i due consiglieri di opposizione, infatti, la scelta di Palazzo di Città striderebbe con la battaglia portata avanti dal centrosinistra contro la privatizzazione dell’acqua. “Una considerazione – commenta la Alonzo – assolutamente falsa, visto che nessuno costringe i cittadini a non utilizzare il rubinetto di casa propria. Le casette dell’acqua sono soltanto una occasione in più utile a coloro che si aiutano con l’acquisto di acqua minerale o con le caraffe filtranti perché preferiscono un sapore più dolce, perché possiedono delle autoclavi o più semplicemente perché hanno abitudini differenti”.
Obiettivo dell’amministrazione comunale, quindi, è quello di ampliare l’offerta proprio nell’ottica di incentivare i cittadini a preferire l’acqua di “casa nostra” a quella del supermercato. “Maggiore è infatti l’offerta – precisa in proposito l’assessore – più ci sono probabilità di cambiare le abitudini della cittadinanza. Questa non è una battaglia dell’acqua contro l’acqua, ma piuttosto una battaglia contro lo spreco di plastica. Il PET, il materiale più usato per l’imbottigliamento, provoca grave inquinamento: le casette dell’acqua, insomma, sono esclusivamente un risparmio economico e ambientale. Nulla di più”.
La Alonzo si dichiara, inoltre, stupita delle affermazioni dei due consiglieri, che si dicono “indignati” di fronte al fatto che “in precedenza l’assessore non ha mai invitato i cittadini a bere l’acqua del rubinetto”. “Forse – replica Nerina Alonzo – Di Pietrantonio e Assogna non ricordano che è quanto facciamo dall’anno scorso, quando sono stati conclusii lavori per la realizzazione di una nuova condotta idrica che ha finalmente portato nelle case dei pinetesi l’acqua del Ruzzo e quando grande fu la soddisfazione nel dire ai cittadini che per bere un buon bicchiere bastava aprire il rubinetto”.
La risposta dei consiglieri Di Pietrantonio e Assogna. “Ancora una volta era meglio restare in silenzio. Non possiamo esimerci dal rilevare la reiterata pochezza e contraddittorietà delle risposte rese dall’Amministrazione comunale, che, come sempre, omette di affrontare le specifiche problematiche sollevate dall’opposizione e tenta di dribblare i quesiti precisi e circostanziati da noi formulati. Anzitutto, ringraziamo l’assessore Alonzo per “l’opportunità” concessa ai pinetesi di pagare l’acqua 2 volte (al Ruzzo e al Comune) e soprattutto per non costringere i cittadini a non utilizzare il rubinetto di casa! Ora siamo tutti più tranquilli! Non comprendiamo come mai l’assessore si soffermi su inutili disquisizioni sul sapore dell’acqua (dolce, dolcissima o magari anche agro-dolce), continuando a “sponsorizzare” un’iniziativa che, sembra ancor più di prima, diretta solo a far cassa sulle spalle dei pinetesi! Se è vero che per bere un buon bicchiere d’acqua basta aprire il rubinetto di casa propria, perché proporre l’acqua a pagamento? Secondo noi, se si volessero veramente incentivare risparmio economico e salvaguardia dell’ambiente sarebbe sufficiente promuovere il consumo di “acqua domestica” e non propinare alla comunità degli inutili “acqua market”, millantando una maggiore scelta per il cittadino, che in sostanza viene indotto ad acquistare acqua dal Comune o da ditte da questo “sospinte”. Inoltre, l’assessore Alonzo si guarda bene dal rispondere ai numerosi quesiti posti dai sottoscritti e non fa per nulla chiarezza su: 1) chi gestirà il servizio di distribuzione dell’acqua, se l’amministrazione o qualche ditta privata; 2) quali saranno gli introiti che l’amministrazione pensa di incamerare da questa mirabile idea; 3) quali saranno i costi per la comunità per intraprendere e gestire l’intera “l’operazione”; 4) quali saranno le modalità di controllo sulla qualità dell’acqua e le garanzie igienico-sanitarie per i cittadini; 5) e soprattutto, se le fontane di erogazione dell’acqua comunale resteranno in funzione o verranno chiuse per favorire l’approvvigionamento a pagamento dell’acqua. Non vogliamo gravare l’assessore di troppo lavoro, ma avremmo un ultimo quesito da porre: a quando l’aria a pagamento (ovviamente microfiltrata)? Anche questa potrebbe essere un’opportunità in più per tutti coloro che hanno “l’abitudine di respirare”. Noi, in ogni caso, siamo ancora in attesa di sensate risposte e siamo convinti che anche i cittadini lo siano!”.