Una partentesi di 20 giorni, per riflettere e per vedere se ci siano ancora spiragli per riannodare dei fili tagliati nelle ultime settimane. Iniziato il periodo di sospensione, durante il quale il sindaco dimissionario, Maurizio Brucchi, potrebbe ancora tornare sui suoi passi e riprendere in mano la guida della città, continuano a rincorrersi i commenti e le reazioni di gran parte del panorama politico teramano, tra consigli e dita puntate su errori e responsabilità, oltre naturalmente a programmi per il futuro.
E se Prospettiva Comune sottolinea come non ci sia mai stato amore per Brucchi che riconsegna una città “vuota e senza prospettive” e ricorda al Pd votato al provincialismo e a tutta la sinistra l’invito a partecipare ad un tavolo programmatico per costruire un’alternativa, Gianluca Pomante (arancione) suggerisce l’idea di un esecutivo tecnico, con 5 assessori esperti ma estranei alla politica che possano evitare il lungo commissariamento e lavorare davvero per il bene delle città su progetti condivisi e realmente strategici.
E decreta la fine del centrodestra teramano, con una classe politica che avrebbe portato al fallimento della città (indicando in Paolo Gatti, Maurizio Brucchi, Paolo Tancredi e Dodo Di Sabatino i responsabili della situazione), Fabio Berardini (M5S) ricorda come ci sia un buco da 15 milioni di euro da ripianare che l’arrivo di un commissario svelerebbe ai teramani e invita Brucchi a non considerare affatto l’idea del ritiro delle dimissioni, in quanto la città “merita di meglio”.
Ora che è stato sancito il fallimento del “modello Teramo”, gestito con atteggiamento “padronale” dai capibastone del centrodestra cittadino” ha scritto in una nota Articolo 1, “bisogna archiviare velocemente questi anni di amministrazione inconsistente ed inconcludente. Ripartiamo dai temi prioritari che Teramo vive quotidianamente, dalla messa in sicurezza del territorio alla ricostruzione del tessuto socio-economico dopo i drammatici mesi che ci stiamo lentamente mettendo alle spalle”.
“La vicenda Brucchi sta probabilmente andando verso un epilogo senza via di uscita, sappiamo che ci sono 20 giorni per ritirare le dimissioni da sindaco, ma sappiamo anche che gli spazi di manovra sono oramai quelli che sono.”
RETEDEM. Anche il coordinatore regionale ReteDem Angelo Falone, esprime il suo punto di vista sulla vicenda. “Essere arrivati ad un punto di non ritorno era nell’aria da mesi, se non addirittura da un paio di anni. Il commissariamento non è il male peggiore, considerando la confusione perpetua della maggioranza di centrodestra su tutte o quasi le questioni amministrative del capoluogo. Nel PD cittadino stiamo valutando se sarà utile una reggenza, dopo le dolorose dimissioni del compagno Maurizio Angelotti, una condizione necessaria che potrebbe traghettare il partito fino al congresso locale, previsto a metà maggio. Personalmente ho già dato la mia disponibilità in quota mozione Orlando, essendo membro del coordinamento provinciale della medesima, visto e considerato la bella e laboriosa fase congressuale che porterà l’elezione del nuovo Segretario nazionale del PD. Confidiamo, infine, che tutti i movimenti civici che si rispecchiano in una chiara collocazione di centrosinistra, siano con noi, tra circa un anno, nella definizione di un’alleanza organica per il governo della città, adesso come mai prima, con la volontà di dare un sindaco che unisca, e mai divida le peculiarità che lavoreranno per la rinascita di Teramo.”