Teramo. Domenica 4 marzo sarà una giornata importante per il Pdl teramano, che si appresta ad eleggere il nuovo coordinatore provinciale di partito. L’appuntamento è all’Auditorium del Parco della Scienza dove i rappresentanti della politica locale si troveranno a scegliere tra i due “schieramenti”: da una parte Paolo Tancredi e Valeria Misticoni, dall’altra Emiliano Di Matteo e Alfredo Grotta.
Nomi e volti noti, appoggiati da personaggi di “peso”, ma entrambi con lo sguardo rivolto al cambiamento.
“Crediamo nel progetto politico di un grande contenitore moderato e riformista di centro destra che si lasci alle spalle distinzioni datate e quote di appartenenza d’origine e nel quale tutti si possano riconoscere con pari dignità indipendentemente dai percorsi precedenti” si legge nella mozione che sarà presentata da Di Matteo. “Crediamo in un partito moderato, leggero nel senso della non invasività nella vita degli enti locali e dei cittadini, ma pesante nel far valere le proprie convinzioni, radici, idee. Orgoglioso di poter rappresentare un’area vasta riformista e liberale, che lotta contro le tante forze della conservazione presenti nel nostro Paese e nella nostra regione. Vogliamo un partito dove il pensiero di iscritti e simpatizzanti sia davvero la stella polare, un partito dove le idee e le proposte dei nostri sindaci, assessori e consiglieri abbiano piena cittadinanza e dove l’autoreferenzialità sia confinata in spazi più angusti. Vogliamo il partito della rappresentanza e del merito: in politica questi valori si misurano con l’impegno, con le idee e soprattutto con il consenso. Vogliamo un partito che abbia ancora l’ambizione di essere grande e perciò non può che essere inclusivo, non può non confrontarsi anche sulle differenze, non può isolarsi in un esclusivo circolo privato; deve essere un partito plurale nel quale si evitino, tra l’altro, duplicazioni di cariche e di responsabilità. La nostra politica deve essere, dunque, democraticamente espressione di coloro che la praticano quotidianamente sul territorio e questa lista ambisce ad interpretare questa linea. Non possiamo più essere un partito di nominati, che ha colto buoni risultati elettorali nel teramano sia sull’onda lunga dei successi nazionali del 2008/2010 sia per demeriti altrui e per una buona capacità di lettura delle alleanze, ma in fondo incapace di costruire una stabile e vera inclinazione ad intercettare un consenso reale, radicato e convinto. Vogliamo un partito che abbia successo nelle competizioni elettorali ma che poi sappia anche vincere la sfida di saper governare nelle città, nei paesi e negli enti in questo tempo così difficile. Non vogliamo, invece, un partito rinchiuso in se stesso, una sorta di èlite inamovibile e insostituibile che non comprenda la necessità di aprirsi ad altre sensibilità, a posizioni meno ortodosse e alla critica costruttiva. Vogliamo un partito che recuperi la sua funzione di costruire e consolidare valori sul territorio e nella società facendo crescere una nuova classe dirigente e favorendo una turnazione di responsabilità attraverso la quale ciascuno abbia la possibilità di mettere al servizio del partito e della comunità le proprie capacità. Vogliamo un partito che sia e sappia essere collegiale e permeato da una sana e leale competizione interna. Un partito che si riunisce, discute, decide. Vogliamo costruire un partito che formi i giovani a quel grande impegno civile che è la politica, che li metta in condizione di accedere alle cariche amministrative accompagnati da una sufficiente competenza e preparazione. Un partito che comunichi idee, posizioni, proposte ed iniziative che possano essere messe a sistema per il benessere dei nostri cittadini. Vogliamo, infine, un luogo di pensiero e una comunità umana e politica che sopravviva al cambiamento di sigle, acronimi e simboli, che possa rivendicare un alto livello di capacità amministrative, trasparenza, onestà ed etica pubblica”.
Dall’altra parte, invece, “l’esercito” dei Tancrediani, che guarda al congresso come “ad una fase di rinnovamento, o meglio ancora di consolidamento, chiamandoci tutti a condividere un’identità comune, di cui oggi, ancor più di tre anni fa, il Paese ha un forte bisogno”. “La grande intuizione politica di Silvio Berlusconi” si legge nella mozione “non può dipendere dalla volatilità della contingenza di una stagione politica; un grande contenitore, che sia la casa comune di tutti i moderati che si contrappongono alla sinistra è il grande progetto che abbiamo il dovere di portare avanti oggi più di allora. Quella stessa identità che, prevalendo sulle spinte centrifughe, già prima della nascita del Pdl, soprattutto in questa provincia, aveva condotto due forze politiche diverse (Forza Italia e Alleanza Nazionale) a dotarsi di una volontà condivisa, il cui amalgama era ed è quello spirito liberale e democratico che informa di sé il nostro partito, tanto nella struttura, quanto nei programmi, che abbiamo realizzato e che intendiamo migliorare, con rinnovata forza ed efficacia. Un’alleanza forte e solida, fondata sul rispetto e sulla convergenza, sull’apertura al confronto e sulla condivisione dei progetti e delle scelte: è questa l’alleanza che anche oggi rinnoviamo con il gruppo ex An, in un percorso che vogliamo proseguire, non solo in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, ma soprattutto per poter garantire continuità e stabilità alle Amministrazioni, facendo crescere consensi e fiducia nell’elettorato. Allo stesso modo va portata avanti l’apertura alle alleanze sia con le forze politiche naturali nostre alleate, Unione di Centro e Liberal Socialisti, forze con le quali abbiamo conseguito grandi successi e con cui stiamo amministrando in modo eccellente tante realtà territoriali, e l’attenzione alle realtà civiche decisive per intercettare il consenso sul territorio. Un grande partito come il nostro non può e non deve illudersi di controllare ed egemonizzare alleanze che siano esse politiche o civiche ma deve avere l’autorevolezza per essere punto di riferimento e di equilibrio di tali alleanze. Il Coordinamento provinciale valorizza, oggi, con la stagione congressuale, la sua originaria funzione, tesa a costruire e consolidare i valori e i principi del partito sul territorio, contribuendo a rafforzare una maturazione ed una crescita collettiva, da cui trae origine quel confronto essenziale sui contenuti, sui progetti, sulle esperienze concrete di tutti coloro che, con senso di responsabilità e determinazione, si sono impegnati fattivamente per dar voce e risposta alle esigenze che provengono dal nostro territorio. Nella Regione Abruzzo ed in particolare a Teramo, la forza del PDL trova evidenza a diversi livelli di governance territoriale. Ecco, crediamo che proprio questa nostra forza sia essenziale alla rigenerazione e al rilancio del nostro partito e siamo convinti che proprio partendo dalla base, riusciremo a trarre nuova linfa per dar vita ad una rinnovata organizzazione, che coinvolga il più possibile i cittadini nei processi di formazione delle politiche pubbliche, restituendo alla comunità civile la possibilità di incidere attivamente sulle scelte che ricadono, concretamente, sulla vita quotidiana di tutti. E’ anche questo il senso del congresso di oggi, una grande opportunità democratica che, attraverso le scelte e i contributi di quanti hanno a cuore davvero il bene comune, conduca, passo dopo passo, alla realizzazione di un progetto condiviso. La politica locale, d’altra parte, rappresenta un tema sempre più centrale nei processi di trasformazione dei sistemi politici. E il rischio dell’autoreferenzialità, tanto dell’amministrazione quanto della politica, non può che ridursi diffondendo una diversa cultura di partecipazione che, da una parte induca la classe dirigente ad ascoltare direttamente la voce del territorio e, d’altra parte, stimoli nel territorio vitalità, confronto, coinvolgimento e impegno collettivo. E’ con la collaborazione delle principali forze sociali, culturali ed economiche della Regione che vogliamo individuare meglio gli obiettivi e le priorità per lo sviluppo regionale. E’ attraverso l’ascolto e la capacità di proposta che vogliamo continuare a crescere. Nella convinzione che l’individuazione di percorsi condivisi, di partecipazione e aggregazione, possa restituire fiducia e legittimità ad una classe dirigente, che non si inventa, ma si costruisce, che non è avulsa dalla comunità territoriale, ma in essa è perfettamente integrata, conoscendone le difficoltà, le speranze, i vizi e le virtù. Perché una classe dirigente capace, si forma non solo nei luoghi di studio, ma soprattutto nei processi quotidiani della realtà, nei luoghi del dibattito e della decisione, della riflessione e della partecipazione, luoghi in cui vive e si sviluppa l’impegno per realizzare quella molteplice progettualità, fondata su valori riconoscibili e condivisi. Può uscire dall’empasse storica che ci vede protagonisti soltanto recuperando aderenza e interazione tra politica e comunità, promuovendo la cultura d’impresa, ampliando gli orizzonti culturali, ritrovando lungimiranza e capacità di innovazione. Da questo punto di vista la crisi globale, sotto il profilo economico, ma anche ideologico e culturale, deve diventare un’opportunità per riflettere, per restituire valore ai contenuti e alle competenze, per sviluppare anche una diversa capacità di comunicare, di fare rete, di amministrare, in risposta ai bisogni concreti dei cittadini. Attivare un nuovo ciclo per poter disporre di un serbatoio di persone competenti e responsabili, superando meccanismi arcaici e polverosi significherà saper cogliere la sfida del cambiamento. Solo così, riusciremo ad interpretare i mutamenti sociali più profondi, a non deludere l’aspettativa e la domanda di governo che i cittadini ci pongono, esprimendo al meglio il valore di un sistema capace di produrre coerentemente azione e pensiero”.
Due liste a confronto. Paolo Tancredi, Valeria Misticoni, Enrico Mazzarelli, Gianluca Antelli, Michele Colleluori, Angela De Lauretis, Giorgio Di Giovangiacomo, Francesco Di Giuseppe, Luciana Di Marco, Giovanni Di Pietro, Remo Eleuteri, Antonio Francioni, Daniele Laurenzi, Gianni Mastrilli, Francesco Pavone, Elicio Romandini, Remo Saccomandi. Principali sottoscrittori: Gianni Chiodi, Giandonato Morra, Mauro Di Dalmazio, Lanfranco Venturoni, Valter Catarra, Maurizio Brucchi, Enzo De Rosa, Gabriele Astolfi, Guerino Cilli, Gaetano Luca Ronchi, Francesco Di Marco, Stefano Mariano, Giuseppe Di Michele, Raimondo Micheli, Davide Di Giacinto, Renato Rasicci, Adriano Di Battista, Mauro Martino, Carlo Di Cesare, Massimo Vagnoni, Claudio Posabella, Flaviano Montebello, Luca Corona, Massimo Tassoni, Mirella Marchese, Giacomo Agostinelli, Graziano Ciapanna, Angelo Puglia, Domenico Narcisi, Ezio Torelli, Francesco Ciarrocchi, Claudio Di Bartolomeo, Guido Campana, Alessia De Paulis, Marco Tancredi, Giuliano Gambacorta, Giorgio D’Ignazio, Bruno Cipollone, Camillo De Remigis, Pasquale Tiberii, Marco Pierangeli, Attilio Altitonante, Marco Bacchion, Carlo Ciapanna, Piermario Fagioli, Fabrizio Valloscura, Paolo Vasanella.
Emiliano Di Matteo, Alfredo Grotta, Eva Guardiani, Rudy Di Stefano, Franco Fracassa, Umberto D’Annuntiis, Marcello Capitani, Alfredo Caccioni, Emidio Di Matteo, Emidio Alfonsi, Daniele Palumbi, Enrico Marini, Caterina Longo, Alfonso Di Basilico, Sandro Sierri, Emilio Bucci, Emidio Degnitti. Principali sottoscrittori: Paolo Gatti, Rando Angelini, Gino Monti, Angelo Panichi, Stefania Guerrieri,
Nino Zaini, Luciano di Filippo, Roberto di Marco, Cristina di Pietro, Piero Romanelli, Giovanni Battista Quintiliani, Antonella De Luca, Rita Ettorre, Antonello Savini, Gianni Assogna, Giuseppe Corradetti, Sandro Saccomandi, Magiste Trosini, Monica D’orazio, Giuseppe Di Stefano, Severino Serrani, Luca Frangioni.