A questo punto, dunque, comincia a farsi sempre più concreta l’ombra del commissariamento, presentato come uno spauracchio ma che, in ultima analisi, potrebbe forse rappresentare anche un’opportunità per il territorio. Anche perché lo stesso Brucchi ha lanciato inequivocabili segnali di stanchezza per questo continuo tira e molla, dovuto anche ad un non sereno rapporto presente all’interno stesso dei gruppi consiliari. E non è più un segreto la sua ambizione a ben altre cariche romane, visto che comunque, se vuole puntare al Parlamento, dovrebbe comunque dimettersi prima del termine del secondo mandato.
L’ennesimo rimpasto, con l’ingresso in Giunta degli ultimi tre assessori, dunque, potrebbe rappresentare davvero il capolinea per una ciurma che da più di un anno continua a mantenersi a galla per il rotto della cuffia, con pezzi di maggioranza che si sono andati via via staccando. Anche perché, dallo stesso sindaco sono arrivate dichiarazioni esplicite del tenore “Non più per forza, se non ci sono le condizioni”.
Ma ci sono ancora due giorni, prima del prossimo Consiglio in programma giovedì, per provare a portare avanti mediazioni che si fanno sempre più difficili. Mentre, seppur in sordina, si continua a lavorare per il post Brucchi su tutti i fronti, con colloqui trasversali tra forze politiche, gruppi e singoli anche di diversa (finora) appartenenza politica, in vista delle prossime elezioni.