Da allora, nonostante i mille impegni assunti, né le amministrazioni comunali né la Provincia di Teramo, individuata dalla Regione come ente commissariale, hanno compiuto i passi per portare avanti l’iter burocratico necessario. Così, visto che il prossimo 23 febbraio la Commissione Consiliare della Regione Abruzzo tornerà ad occuparsi della Riserva del Borsacchio, affrontando l’esame di tre proposte di modifica della legge che mirano a ridurre l’area protetta, il Comitato cittadino, Italia Nostra e WWF tornano a chiedere ai consiglieri regionali di farsi garanti dell’interesse della collettività.
“Mentre l’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano, istituita dopo la Riserva del Borsacchio” si legge in una nota a firma delle tre associazioni, “diventa sempre più visibile, favorendo la promozione e la valorizzazione del territorio che la ospita, la Riserva del Borsacchio rimane al palo, confermando quell’immobilismo amministrativo che da anni colpisce in particolar modo la città di Roseto e che si manifesta anche con il blocco allo sviluppo del corridoio verde di piste ciclabili, che proprio a Roseto incontra una inaccettabile cesura”.
Secondo le associazioni non sono mancate azioni poco chiare di speculatori che, in questi anni, hanno cercato di mettere le mani su uno degli ultimi tratti di costa teramana rimasti liberi. Inoltre, come si è potuto verificare durante il recente sopralluogo effettuato dalla stessa commissione consiliare, la Riserva del Borsacchio costituisce un argine contro le richieste di ricerca e di estrazione degli idrocarburi, non ostacola né l’attività di camping (purché in quell’area non vi si vogliano costruire dei residence), nè il contratto di quartiere dell’Annunziata di Giulianova e costituisce un valore aggiunto per il turismo e le attività economiche dei due territori comunali.