Sit in di Teramo Nostra davanti al Teatro Romano: I reperti da qui non si muovono

teramo_nostra_protestaTeramo. Giù le mani dai reperti archeologici del Teatro Romano. L’associazione Teramo Nostra è tornata in strada, questa mattina, con un sit in di protesta davanti al cantiere del Teatro, per dire no allo spostamento dei reperti archeologici nel nucleo industriale. “I cittadini teramani non possono accettare altre violazioni artistiche al patrimonio artistico. Noi lo impediremo”. Con loro, erano presenti anche rappresentanti di Pd, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Sel e Radicali.

“Finora” ha detto il presidente dell’associazione Piero Chiarini “sono stati spesi 5milioni di euro per non fare niente. Oggi siamo di nuovo al punto di partenza”. All’unisono, chiedono che Andrea Pessina, della Soprintendenza Abruzzese, e Fabrizio Magani, della Direzione Regionale per i Beni Culturali vengano sollevati dal loro incarico. “Nell’attesa che venga nominato un nuovo Soprintendente” aggiungono “si fermi tutto. Lo chiederemo direttamente al Ministero. E non si dica che il nostro è ostruzionismo” aggiunge il direttore artistico Sandro Melarangelo. “Noi siamo per il recupero, ma è importante tutelare anche quei 1400 reperti che vogliono spostare nel Nucleo Industriale”.

Secondo i “tecnici” servirebbero almeno 2800 metri quadri per una corretta catalogazione? “Allora chiudiamo la strada al traffico, pedonalizziamo l’area, in modo da poter allargare il cantiere e procedere allo studio dei reperti in loco” replicano. “E poi, perché spendere 500mila euro per lo spostamento? A che serve? Utilizzassero quella somma come indennità per i commercianti che si sentono penalizzati dal cantiere. I reperti possono essere studiati in loco, come si fa ovunque nel mondo. Ovunque, tranne a Teramo”.

 

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