Per il consigliere Ruffini sono queste in sintesi le azioni che il “modello Chiodi” ha messo in atto in Abruzzo e che a Teramo trova il suo massimo esempio nel controverso atto di organizzazione aziendale deciso dal manager Giustino Varrassi.
Lo smantellamento del Centro nutrizionale di Giulianova è solo la ultima punta dell’iceberg. “Una vicenda incomprensibile” dice Ruffini “che dimostra semmai ce ne fosse bisogno, che chi ci governa non ha nessuna idea di come rilanciare l’assistenza sanitaria e territoriale. Se poi pensiamo che Robimarga con un solo intervento in due anni nella Asl di Teramo è stato promosso, mentre De Cristofaro è stato bocciato e privato del primariato nonostante il suo Centro faccia ridurre la mobilità passiva del 44 per cento, è evidente a tutto che questi signori della sanità stanno sbagliando tutto. Si è promossi o bocciati senza alcun criterio meritocratico, e da queste vicende il vero sconfitto che verrà bocciato dagli abruzzesi è uno solo: il Presidente Gianni Chiodi”.
Intanto martedì il Consiglio Regionale discuterà l’interrogazione presentata proprio da Ruffini sul Centro di Giulianova. “Voglio sapere se la Giunta regionale è a conoscenza dell’atto della Asl del 25 gennaio 2011 in cui si declassa e depotenzia il Centro Regionale di Fisiopatologia della Nutrizione e se la stessa non debba rivedere la decisione assunta dal Direttore Generale della ASL di Teramo in sede di esame dell’Atto Aziendale, trattandosi di un Centro Regionale istituito con apposita legge. Mentre altre regioni, partite dopo l’Abruzzo, hanno realizzato Centri di riferimento e di coordinamento nazionale (si pensi alla Regione Umbria, ma anche la Basilicata) al contrario la nostra Regione è tuttora sprovvista di una rete integrata di servizi per i Disturbi Alimentari, ma addirittura ha scelto di sottodimensionare e di declassare a struttura semplice a valenza dipartimentale, con la delibera Asl del 25 gennaio 2011, l’unica struttura pubblica realmente operativa nella nostra Regione. Non è comprensibile perché una struttura che è coerente con l’obiettivo della deospedalizzazione, continuamente decantato nel piano di rientro, sia stata declassata proprio nel momento in cui è ancora più importante la sua operatività per dare risposte appropriate ad una patologia che altrimenti rischia di essere gestita dagli impulsi emotivi e dai fenomeni di shopping terapeutico. L’operatività del Centro Regionale di Fisiopatologia della Nutrizione è assolutamente coerente con l’obiettivo del miglioramento del rapporto risparmio/convenienza rispetto alle altre opzioni terapeutiche, per cui risulta essere una scelta scellerata quella di depotenziare una struttura che va al contrario potenziata e rilanciata. Non si comprende la scelta della Asl di Teramo” conclude Ruffini “che pur presentando il dato peggiore a livello regionale per la mobilità passiva, abbia comunque scelto di penalizzare una delle poche strutture che ha una mobilità attiva”.