Cosa succederà venerdì prossimo al Consiglio provinciale teramano? A chiederselo sono in tanti, visti gli episodi che avevano portato, in occasione della nomina alla vice presidenza del rappresentante rosetano di Scelta Civica, Mario Nugnes, preferito a quello del Pd teramano, Maurizio Verna, a creare qualche frizione nel già difficile rapporto tra i due partiti, alleati in alcune situazioni e avversari in altre.
Una mancata chiarezza che aveva creato imbarazzi all’interno del Pd, di cui è parte il presidente Renzo Di Sabatino, con mugugni e lamentele, tenute a bada solo con l’impegno di organizzare al più presto un momento di confronto per chiarire la questione.
Ma, dopo il rinvio della scorsa settimana, è saltato anche ieri, per la seconda volta, l’incontro che avrebbe dovuto mettere attorno ad uno stesso tavolo, come più volte auspicato dallo stesso Di Sabatino, i rappresentanti del Pd provinciale teramano, accompagnati dal presidente regionale Marco Rapino, e quelli di Scelta Civica, vista l’assenza ripetuta proprio di Rapino per imperscrutabili ragioni.
Ore di fibrillazione, dunque, per questa situazione di incertezza che potrebbe esplodere, se non risolta prima, proprio durante il Consiglio provinciale. E se da una parte il Pd provinciale sembra essere compatto nel chiedere di conoscere le reali intenzioni di Scelta Civica non solo per la vice presidenza ma su tutto il territorio provinciale (Teramo compresa, in vista delle prossime elezioni seppur senza ancora la definizione di un candidato), dall’altra qualcuno ventila l’ipotesi che l’alleanza con il Pd venga fatta solo per “questione di convenienza” e per opportunismo politico.
Necessario più che mai, dunque, un momento di confronto per allontanare possibili nubi e togliere ogni ombra su un rapporto che, se vuole continuare ad essere proficuo, ha bisogno di poggiare su fondamenta solide capaci di “reggere” le pesanti pressioni cui sarà sottoposto con le prossime elezioni.