Bellante. ‘Sig. Sindaco, Lei sa bene, è stato informato e coinvolto dai cittadini interessati, che dal 12/12/2016 è stato soppresso il treno che, proveniente da Teramo, alle 7:39 fermava a Bellante Stazione per arrivare a Pescara e proseguire per Sulmona.
Dal momento della soppressione viene considerata alternativa e sostitutiva della corsa suddetta quella in partenza da Teramo alle 7:47. Questa corsa però non prevede fermate a Bellante Stazione, quindi per poterne usufruire bisogna recarsi alla stazione di S. Nicolò a Tordino oppure a quella di Mosciano S.A..
Ovviamente per raggiungere quelle stazioni c’è bisogno di un mezzo di trasporto che dovrà essere lasciato al parcheggio per l’intera giornata per essere riutilizzato solo a sera per fare ritorno alla propria abitazione.
Il treno successivo a quello soppresso, parte da Teramo alle 8:17, ferma a Bellante Stazione alle 8:35, arriva a Pescara Centrale alle 9:30 per concludere la sua corsa senza alcuna possibilità, per i viaggiatori che devono recarsi in altre località, di proseguire. Appare evidente che un treno che arriva a Pescara alle 9:30 non è proprio la risposta che aspettano quanti si muovono per studio e per lavoro’.
Lo ha affermato il capogruppo di Bellante Bene Comune, Ennio Chiavetta, in un’interrogazione durante l’ultimo onsiglio comunale.
‘Da e su tutti gli altri treni, che fermano a Bellante nel corso della giornata, compreso quello delle 8:35, non scende e non sale quasi mai nessuno.
Sig. Sindaco, Lei sa che sono state raccolte più di 400 firme, lo sa perché i cittadini interessati si sono rivolti a lei e alla ConfConsumatori.
Si aspettavano un ruolo attivo da parte sua e della sua amministrazione in difesa degli interessi dei cittadini pendolari di Bellante.
Visti i risultati si deduce che il suo interessamento non c’è stato e se c’è stato è stato inutile e comunque ininfluente.
Partivano una ventina di viaggiatori su quel treno soppresso, una ventina di cittadini che al disagio di doversi recare a molti km da casa per lavorare o per studiare ora devono sommare quello di raggiungere un’altra stazione per poter partire, visto il declassamento della nostra’, insiste Chiavetta.
‘Ci sono stati incontri tra gli attori di questa vicenda, ma tra questi attori a quel tavolo non troviamo mai il comune di Bellante.
Gli incontri si sono tenuti il 16 Gennaio scorso e il 14 Marzo, presenti Trenitalia, Sangritana, ConfConsumatori, Regione Abruzzo, all’o.d.g. il ripristino della corsa soppressa nella fascia oraria 6:47 / 7:47, eliminazione della rottura (cambio treno) a Pescara Centrale, ripristino delle fermate previste a Bellante Stazione prima dell’entrata in vigore del nuovo orario.
Le decisioni assunte sono scoraggianti, nulla da fare per il ripristino della corsa soppressa; nulla da fare per le fermate a Bellante Stazione; da valutare la possibilità di superare “la rottura” a Pescara Centrale.
In sostanza: fallimento su tutto il fronte!
Va ricordato che Trenitalia e Sangritana concordano orari e servizi col committente, in questo caso il committente è la Regione Abruzzo. Conoscete qualcuno li dentro?’, si chiede l’ex sindaco.
‘Vorrei ricordare che mentre si riduce il servizio, si peggiora la sua qualità e si accresce il disagio degli utenti, gli abbonamenti per i viaggiatori che partono da Bellante aumentano di 100 Euro l’anno oltre i costi aggiuntivi per raggiungere una delle stazioni da cui è possibile ancora partire.
I cittadini interessati hanno motivo di ritenere che lei, dopo un primo generico contatto si è completamente disinteressato del problema.
Non pensa Sig. Sindaco che subire solo i disagi prodotti da una tratta ferroviaria che attraversa il territorio, spaccandolo in due, senza alcun vantaggio per il territorio stesso, non solo umilia i cittadini ma produce anche un danno economico rilevante?
Non pensa Sig. Sindaco che dopo i danni prodotti ai cittadini di Bellante e soprattutto ai residenti a Molino S. Nicola, con la chiusura del passaggio a livello sulla prov.le per Castellalto, con l’effetto di una grave marginalizzazione di quel quartiere, i cittadini di Bellante abbiano maturato un credito importante nei confronti di Ferrovie Italiane, Trenitalia, Regione Abruzzo, e che quel credito bisogna cominciare a riscuotere?
Come pensa di fare per riaffermare i diritti dei cittadini di Bellante che tutti giorni viaggiano per raggiungere Pescara ed altre località su quella direttrice?
Come pensa di ridare alla Stazione ferroviaria di Bellante quella funzionalità minima necessaria per essere ancora considerata tale?
Non pensa che dopo i tanti segnali che indicano un graduale e progressivo indebolimento della qualità della vita dei cittadini di Bellante, la sostanziale chiusura della stazione ferroviaria rappresenti un altro colpo pesante da incassare?
Non crede che il Comune di Bellante, la Regione Abruzzo e gli altri protagonisti di questa vicenda avrebbero dovuto avere una diversa attenzione per chi ancora utilizza un mezzo pubblico come il treno?’, conclude Chiavetta.