Teramo Nostra, il Coordinamento Comitati di Quartiere e Associazione Demos puntano il dito contro il progetto del Teatro Romano varato dal Comune.
“Il 6 dicembre scorso il sindaco Brucchi presentava alla città un progetto preliminare redatto dall’architetto Girolamo Bellomo che prevedeva da un lato lo smontaggio dei due edifici oggetto di esproprio (palazzo Adamoli e palazzo Salvoni) e dall’altro la realizzazione di una gradonata a copertura della cavea e di una ulteriore copertura a corona circolare a protezione dei reperti da sistemare al di sotto di quest’ultima in una sorta di museo archeologico all’aperto. Al tempo stesso con il comunicato stampa del 6 dicembre il Sindaco Brucchi faceva presente che da quella data sarebbero partiti ‘i 45 giorni di tempo per poi arrivare alla progettazione definitiva prima della gara d’appalto per il recupero vero e proprio’ e che per detto intervento sono 4,5 milioni di euro necessari di cui tre milioni già in cassa, mentre si resta in attesa del trasferimento di un altro milione e mezzo di euro già confermato dal Governatore Luciano D’Alfonso”.
Le associazioni notano però che “Ad oggi, essendo scaduto il termine, non sappiamo ancora quale provvedimento sia stato adottato dall’amministrazione comunale per avviare la progettazione definitiva necessaria per l’indizione della gara d’appalto. Le associazione che hanno aderito a questa iniziativa di Teramo Nostra fanno presente che il progetto reso noto dalla stampa non è fedele alla proposta inizialmente adottata dal consiglio comunale all’unanimità nel 2010 e condivisa con le associazioni territoriali tra cui “Teramo Nostra”.
“Una sostanziale modifica al progetto, anche in funzione di un finanziamento diverso da quello iniziale oltre che per scelte progettuali diverse da quelle iniziali, comporta una nuova approvazione in Consiglio comunale ed una modifica del programma triennale delle opere pubbliche. Il sindaco ha garantito che avrebbe promosso un tavolo di lavoro per un confronto con le associazioni prima della presentazione ufficiale del progetto da parte dell’architetto Bellomo. Potrebbe essere aperto un tavolo tecnico con gli ordini professionali, in primis con l’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Teramo, trattandosi di restauro archeologico”.
Le associazioni chiedono dunque il rispetto degli impegni presi dall’amministrazione in merito al progetto.