Gli esponenti, dopo aver evidenziato vari elementi di illegittimità ed irrazionalità del regolamento, chiedono un immediato “ravvedimento” da parte dei vari soggetti che, a vario titolo, hanno concorso all’approvazione della normativa detta.
“Questo regolamento piovuto dall’alto – sostengono gli esponenti – rischia di compromettere in modo definitivo i rapporti tra gli operatori economici dell’Area e la governance della stessa, accomunando in un’unica posizione i detrattori del Parco e coloro che, come noi, credono in un Parco gestito in un clima di condivisione e di valorizzazione del turismo sostenibile”.
“Il Regolamento recentemente approvato – proseguono gli esponenti -, introduce nuovi ed insostenibili vincoli per gli operatori, istituendo, ad esempio, nuove zone di riserva integrale (non previste nel decreto istitutivo), facendo finta di non sapere che larga parte del Parco insiste in zone fortemente antropizzate; ma ancor più gravi sono le limitazioni per turisti e cittadini: di fatto, per i 7 km di spiaggia e pinete AMP, sono precluse le attività di animazione (a causa dei rumori provocati), la sicurezza degli stabilimenti (a causa delle prescrizioni sulla illuminazione), ogni forma di picnic e ristorazione in pineta (correttamente il Comune di Pineto aveva invece previsto il divieto solo al di fuori delle aree specificamente attrezzate ed autorizzate). Ancor più grave è il divieto di accesso di cani al guinzaglio in spiaggia ed in pineta: norma tanto odiosa quanto illegittima perché in chiaro contrasto con la legge regionale in materia”.
“Si tratta di un Regolamento – concludono gli esponenti – che contiene norme non solo superate (come quella che impone al Parco di avvalersi solo di un direttore “ministeriale”, norma ormai superata dalla riforma della legge sui Parchi, che consente ampia facoltà di scelta ai soggetti gestori) ed illegittime, ma che soprattutto rompe il patto di collaborazione con gli operatori dell’area risalente al protocollo d’intesa sottoscritto tra le parti nel 2012. Il nostro auspicio è che in tempi brevissimi i rappresentanti delle istituzioni possano revocare o comunque rivedere il Regolamento, evitando di infrangere definitivamente ogni possibile forma di condivisione e simbiosi tra economia e gestione dell’Area Marina Protetta”.