Roseto, Bilancio 2012: per la Federazione della Sinistra solo una grande contraddizione

roseto_comuneRoseto. “I tempi che viviamo a Roseto ed in Italia sono quanto mai difficili. Questa non è una opinione ma un dato di fatto innegabile”. E a ribadirlo è Marco Borgatti, portavoce della Federazione della Sinistra, che punta il dito contro l’abuso del termine “equità”, che “risuona nelle stanze parlamentari ma anche nel consiglio comunale rosetano, nelle fasi di approvazione del bilancio di previsione 2012”.

Tuttavia, secondo Borgatti, nell’analisi del documento e nell’osservazione dei lavori sono emerse delle macroscopiche contraddizioni. La maggioranza” spiega “ha respinto una mozione del centro sinistra per una riduzione delle indennità comunali. Gesto simbolico più che risolutivo ma che rende palese come, anche per la nostra amministrazione, la cinta si stringa sempre sulla vita dei più deboli. Inutile ricordare il cambiamento radicale rispetto al passato annunciato in campagna elettorale quando alcune forze politiche, oggi in maggioranza, avevano posto la riduzione degli indennizzi nel loro programma di governo cittadino. L’equità sembra poi sparire di fronte alla decisione di vendere un immobile per far cassa. Nella delibera di alienazione si è solamente omesso che lì risiede un famiglia in difficoltà, sistemata in quell’edificio dallo stesso Comune e si è provveduto a iniziare la vendita senza prima sistemare chi vi risiede. Per la chiara logica che pone i soldi prima di tutto, anche delle persone. E questo non possiamo condividerlo. Ricordiamo poi le delibere anti ambulanti che, in nome del decoro, hanno posto la povertà come un male da combattere. A tutto ciò si aggiunge che il servizio di raccolta indumenti usati è stato tolto ad una onlus per affidarlo a ditte private mosse ovviamente dalla logica del guadagno. Per concludere con la decisione di vendere la Farmacia Comunale, uno dei pochi beni comuni che dà servizi, migliorabili di certo, e produce utili. Finita la campagna elettorale si torna alla realtà e sembra certo più amara di quel sogno annunciato”.

 

 

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