Pineto. ‘Nel Consiglio comunale del 9 marzo si è registrata una delle peggiori pagine per la democrazia pinetese e per i nostri concittadini – così esordiscono in una nota i consiglieri comunali Luca Di Pietrantonio e Gianni Assogna del gruppo consiliare civico Impegno è sviluppo.
Siamo stati promotori di una delibera consiliare con cui i membri del nostro gruppo consiliare avrebbero potuto espletare, in maniera del tutto ufficiale, attività di incontro dei cittadini su tematiche di particolare rilevanza ed interesse, nonché attività di analisi e studio sulle materie rientranti nella competenza del Consiglio comunale, con riferimento particolare alle politiche sociali e giovanili, al turismo, allo sviluppo economico ed al rischio idrogeologico.
La finalità della nostra iniziativa – proseguono i consiglieri – era semplicemente quella di svolgere appieno le funzioni che i nostri concittadini eleggendoci ci hanno attribuito, avvalendoci di tutti i mezzi e gli strumenti in uso all’amministrazione comunale.
Intendevamo, quindi, “istituzionalizzare” la nostra attività consiliare sul territorio al fine di svolgere in maniera ufficiale, quello che sino ad oggi abbiamo dovuto espletare in luoghi non istituzionali (utilizzo di locali di fortuna o i studi professionali per incontrare i cittadini) e mediante l’utilizzo di canali e mezzi che non hanno i crismi dell’ufficialità (convocazioni di incontri con materiale non recante l’intestazione o l’effigie Città di Pineto o impossibilità di utilizzo del sito istituzionale del Comune e strumenti similari).
Ovviamente in codesta nostra attività non avremmo avuto potere decisionale, né potuto esercitare funzioni di competenza del Sindaco e della Giunta, né, tantomeno, assumere atti di rilevanza esterna o amministrazione attiva, che ben sappiamo spettano alla maggioranza; peraltro, avremmo, sempre e comunque, dovuto riferire e relazionare al Consiglio comunale, in seno al quale avremmo poi adottato ogni provvedimento, teso alla risoluzione delle problematiche, di volta in volta, prospettate dai nostri concittadini.
Quindi nulla di preoccupante per le loro calde poltrone, ma solo un’offerta di aiuto da parte nostra per la risoluzione dei tanti problemi che affliggono la nostra cittadina. Nulla di più!’, insistono i due consiglieri.
‘Purtroppo, come spesso avviene in questa legislatura, che passerà alla storia come la più imbarazzante ed improducente dell’ultimo trentennio, i membri della maggioranza hanno iniziato un vero e proprio “teatrino di invenzione del cavillo”, ove da un lato vi era chi fingeva di non comprendere il senso della nostra richiesta e dall’altro chi, addirittura, pontificava sul senso letterale di alcune locuzioni utilizzate all’interno della proposta, fornendo un’interpretazione delle stesse, a dir poco risibile ed insensata.
Guarda caso, però, queste illazioni e congetture avevano un’unica e decisa direzione e cioè il “triste commiato” della nostra proposta di delibera; ciò quantunque vi fosse stato un parere di piena legittimità da parte del Segretario comunale e nonostante questo sostanziale diniego, danneggiasse (e di certo danneggerà) le opportunità e le legittime aspettative dei nostri concittadini.
Riferiamo di un sostanziale diniego – continuano Di Pietrantonio ed Assogna – poiché la maggioranza, dimostrando la solita indolenza, non ha avuto né il “coraggio” di approvare la nostra proposta, ma neppure l’ardire di rigettarla, trincerandosi dietro il rinvio del punto posto all’ordine del giorno (cui ovviamente ci siamo opposti), dopo che i sottoscritti consiglieri non si erano “piegati” al compromesso ventilato dalla maggioranza di emendare in maniera sostanziale la proposta di deliberazione.
Non v’è dubbio che nella certezza dell’utilità della nostra iniziativa, riproporremo, con rinnovato vigore, tutte le nostre istanze, restando inteso che laddove la maggioranza dovesse reiterare questo atteggiamento anti-democratico nei nostri confronti, non ci esimeremo dall’intraprendere qualsivoglia iniziativa, volta alla tutela dei nostri diritti di consiglieri comunali e dei diritti dei nostri concittadini, che loro malgrado subiscono le conseguenze di un modo di amministrare arrogante, dispotico ed a tratti dittatoriale’, concludono Di Pietrantonio e Assogna.