Si tratta di un immobile che si sviluppa su due livelli, con uno scantinato (complessivamente circa 300 metri quadri), una corte esterna di 500 metri quadri, per un valore complessivo che supera i 700-800 mila euro stando ai prezzi di mercato. Secondo il piano di recupero dell’ex Foma, che fa riferimento all’imprenditore rosetano Giovanni Lucidi, questo edificio deve essere abbattuto e al suo posto sorgerebbe una strada di collegamento con tutta la nuova zona di sviluppo. Alla base dello studio del piano di recupero ci sarebbe un grave errore di fondo, sottovalutato dai tecnici progettisti e dall’amministrazione comunale di Giulianova. L’errore sta nel fatto che tutti quanti erano convinti che quell’edificio fosse ancora di proprietà delle Ferrovie. Ma proprio le Ferrovie una decina di anni fa circa hanno avviato la cessione degli ex caselli, attraverso un piano di dismissione, a quanti avevano prestato sino ad allora servizio per le Fs. Camillo Di Battista, dipendente oggi in pensione delle Fs, ha inizialmente acquistato il piano terra, lo scantinato e la corte dell’edificio e successivamente, esattamente nel novembre del 2008, ha acquistato assieme al figlio (Nicola Di Battista) il piano superiore che peraltro è stato recentemente ristrutturato in vista del suo matrimonio che sarà celebrato nel mese di giugno 2012. Ora i due proprietari, dopo aver tentato invano un dialogo con l’amministrazione comunale, ha preso carta e penna e scritto al sindaco, Giunta e Consiglio comunale ribadendo la propria posizione sulla vicenda e chiedendo di aprire “una vera e propria trattativa”. L’imprenditore rosetano Lucidi, infatti, avrebbe offerto alla famiglia Di Battista in cambio dell’ex casello ferroviario (valutato 380mila euro perché considerato abbandonato) due appartamenti, senza mostrare nessun progetto, o specificare metratura e posizione dei nuovi alloggi. Di seguito il testo integrale della lettera:
“Con la presente vorrei fare nuovamente luce sul caso ADS-FOMA e sulla casa di mia proprietà, nota come “ex casello ferroviario”.
Il prossimo 15 dicembre verrà approvato il piano di recupero in oggetto senza che si conoscano gli esiti della bonifica dagli inquinamenti prodotti dalla preesistente industria acciaiera.
Con il suddetto piano si vuole espropriare illegittimamente ed ingiustamente la mia abitazione solo per realizzare una strada per un terreno privato indennizzandola con denaro pubblico. La strada, invece, potrebbe essere realizzata altrove e soprattutto senza
espropriazione.
La proposta transattiva è stata formulata dalla ditta costruttrice e proprietaria del lotto con la permuta di appartamenti. In realtà, nessuna possibilità è stata lasciata ad una diversa allocazione della strada. Tale ipotesi, peraltro, è tecnicamente ed effettivamente realizzabile e sarebbe l’unica proposta che sarei in grado di accettare.
Infatti, vorrei chiarire che con tale vicenda non ho intenzione di trarre profitto accettando la permuta proposta, ma più semplicemente, vorrei continuare a vivere nella mia abitazione, essendo invece favorevole ad accordarmi con l’Amministrazione per la ricerca di soluzioni alternative dirette ad evitare l’abbattimento.
Sull’edificio di mia proprietà non gravano ad oggi vincoli, perciò continuerò ad usufruirne nei modi consenti dalla legge, effettuando tutti gli interventi edilizi ammessi e che si renderanno necessari.
Invito, dunque, tutti consiglieri a riflettere sul caso, prima di procedere all’approvazione”.
Cordiali saluti
Nicola Di Battista