La II commissione consiliare avrebbe approvato infatti i programmi di utilizzo dei proventi derivanti dall’alienazione degli alloggi delle Ater di Pescara, Chieti, Lanciano, ma non quello della Ater di Teramo. Quest’ultimo sarebbe stato infatti rinviato alla Giunta regionale perché modifichi la proposta della delibera originaria n.592/c del 27 agosto scorso.
“Il programma di Teramo non è stato approvato perché la Commissione ha ritenuto di non autorizzare un programma di investimenti futuri in quanto le opere risultano in parte già eseguite dall’Ater di Teramo mentre altre sono in corso di realizzazione – ha spiegato Ruffini – quindi piuttosto che un’autorizzazione occorreva approvare i lavori fatti in sanatoria, ora per allora”.
Tali interventi riguarderebbero ristrutturazioni e manutenzioni in diversi edifici popolari della Provincia per un importo di 1.053.914 milioni di euro oltre a 388.477 mila euro destinati a coprire deficit di bilancio degli anni 2009 e 2010.
“In sede di audizione in II Commissione l’attuale amministratore unico ex Commissario Marco Pierangeli, su specifica mia domanda ha dichiarato che i lavori previsti nel programma erano stati in parte eseguiti e in parte in corso – ha aggiunto Ruffini – a quel punto ho fatto notare al Commissario e all’intera Commissione che la richiesta dellAter di Teramo e la proposta della giunta erano difformi dalla vigente legge e precisamente con l’articolo 17 della L.R. 19 agosto 2009 n.16 la quale tra l’altro recita “…i proventi delle vendite degli alloggi..pur rimanendo formalmente nella disponibilità degli Enti proprietari, appartengono alla Regione. La Regione…dispone l’utilizzazione dei proventi..finalizzati alla riqualificazione e all’incremento del patrimonio abitativo pubblico… Quindi la legge non lascia dubbi interpretativi: i soldi incassati dalla vendita restano in cassa nelle Ater ma non possono essere utilizzati fin quando la Regione non li destina. In questo caso Pierangeli non poteva fare eseguire nessun intervento prima che la Regione lo autorizzasse”. A questo punto Ruffini e Di Luca chiedono: “Avendo quindi Pierangeli disposto illegittimamente dei soldi ora la Regione dovrà assumersi la responsabilità di concedere una sanatoria se possibile legalmente”.
I due consiglieri del Pd sottolineano che gli altri programmi licenziati dalla Commissione prevederebbero che i fondi vadano in gran parte all’acquisto e/o alla costruzione di alloggi popolari ed in piccola parte alla manutenzione. Il programma di Teramo andrebbe invece interamente alla manutenzione e nulla sarebbe destinato alla realizzazione di nuovi alloggi.
“Si vendono nuovi alloggi – concludono Di Luca e Ruffini – ma di riflesso nulla viene riprogrammato per realizzarne di nuovi da mettere a disposizione della grande platea di cittadini che ne fa richiesta. Un fattore molto grave da un punto di vista sociale. L’amministratore unico oltre ad aver abusato sul piano della correttezza amministrativa sostituendosi alla Regione ha ignorato la legge regionale che gli imponeva di realizzare nuovi alloggi popolari a Teramo e provincia”.