“La gente vuole vivere in luoghi sicuri ed è evidente che la velocità delle risposte delle istituzioni è importantissima”. Lo afferma il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino, all’indomani della manifestazione che, promossa dal suo ente, ha portato a Roma duemila persone dall’Abruzzo martoriato dal sisma e dall’emergenza neve.
Lui si è detto soddisfatto dell’adesione e anche dell’incontro con il governo, disponibile all’allungamento dei tempi per l’esame degli emendamenti al nuovo ‘decreto terremoto’.
“Noi abbiamo chiesto misure – spiega – che tengano conto del fatto che in Abruzzo il terremoto, il maltempo e l’ingiustificata e prolungata interruzione di energia elettrica e comunicazioni telefoniche hanno creato una situazione di sconcerto, depressione e insicurezza al di là dei danni strutturali. Abbiamo chiesto una copertura finanziaria anche per il danno indiretto”.
“Siamo stati zitti ad agosto e a ottobre 2016 – aggiunge Di Sabatino, precisando che allora non si voleva pesare sulle tragedie altrui, ma che gli eventi di gennaio scorso hanno determinato una situazione unica in Abruzzo – I costi dell’emergenza maltempo e del ripristino lavori dovrebbero essere contenuti nell’ordinanza del capo del Dipartimento della Protezione civile, in corso di pubblicazione. Riguardo al sisma abbiamo chiesto l’allargamento del cratere, cioè che siano inseriti 7 comuni che, pur nell’identica situazione di altri, non si capisce bene perché siano esclusi”.
Di Sabatino è soddisfatto dell’incontro perché “convinto che si terrà conto delle nostre istanze”. La Provincia è già al lavoro per trasformare in emendamenti le proposte del documento votato dall’Assemblea dei Sindaci.
Si lavora su 4 principi: estendere i provvedimenti legati al sisma alla calamità naturale e al dissesto idrogeologico; allargare il perimetro del cratere; prevedere benefici fiscali ed economici per attività produttive e cittadini; rimborso dei corposi tagli a Comuni e Province che da soli consentirebbero di recuperare risorse importanti. “Se non avremo risposte – conclude il presidente – ovviamente continueremo a manifestare”.