Teramo. Come può Venanzio Cretarola, amministratore unico della Teramo Lavoro srl, assumere Venanzio Cretarola, addetto ai servizi di segreteria sempre per la stessa società in house? E’ quanto si chiedono Berardo Rabbuffo, Antonio Lattanzi e Maria Cristina Marroni, rispettivamente capogruppo regionale, coordinatore e vice coordinatore provinciale di Futuro e Libertà. Questa mattina, infatti, si è tornato a parlare di riorganizzazione della Provincia, un assetto che, secondo i finiani, presenta qualche punto “oscuro”.
Anzitutto, i cantonieri, che ogni giorno assomigliano sempre più a figure della mitologia greca. “Durante la campagna elettorale” spiega Marroni “ tre sono stati i cavalli di battaglia di Valter Catarra: i cantonieri, le strade e l’eliminazione dei direttore generale. Ad oggi, a due anni e mezzo dall’insediamento, dei cantonieri nemmeno l’ombra e la figura del direttore generale è stata ripristinata. Come se non bastasse, sono stati assunta 40 amministrativi, tutti a chiamati diretta e senza selezione. Legittimo certo, ma come al solito, vince l’amicopoli teramana”.
E a proposito di assunzioni, c’è un aspetto messo in luce dai rappresentanti di Fli e rispetto al quale invitano Catarra a fare subito chiarezza.
“E se non lo farà lui, ci penserà la Procura” chiarisce Rabbuffo.
“Dalla documentazione in nostro possesso” spiegano “la Teramo Lavoro avrebbe assunto, in data 9 novembre 2011, tal Cretola Venanzio. Un errore di battitura? Vogliamo essere in buona fede, ma in realtà questa persona altri non è se non Venanzio Cretarola“. Ossia l’amministratore unico della società. “L’assunzione” aggiunge Lattanzi “è retroattiva e risale, quindi, al 5 settembre 2010. Giorno a partire dal quale Cretarola, appunto, si sarebbe auto-assunto con la funzione di addetto ai servizi di segreteria”. Un passaggio che, per la Cassazione, non è ammissibile, in quanto la qualifica di Amministratore Unico di una società non è compatibile con il lavoro subordinato all’interno della stessa. “Chiediamo, dunque, al presidente Catarra se tutto ciò corrisponde a realtà” continua Marroni “e se è vero, vogliamo conoscere i motivi di questa assunzione e il compenso eventualmente percepito, senza dimenticare che lo stesso Cretarola ha sempre affermato di non percepire nulla”.
La replica dell’Amministratore unico di Teramo Lavoro, Venanzio Cretarola. “E’ incredibile! Vengo accusato perché faccio risparmiare la Provincia di Teramo! Ho svolto da un anno e mezzo le funzioni di Amministratore di Teramo Lavoro senza percepire alcun compenso per non pesare sulle casse provinciali. Ho concordato con il socio Presidente della Provincia di essere “valutato” prima di stabilire l’indennità di carica: sono abituato così, basta chiedere in giro. Ho un regolare contratto di collaborazione professionale (non lavoro subordinato) il cui costo è esclusivamente riferito alle attività di coordinamento progettuale delle attività connesse al Settore Lavoro e rendicontato regolarmente con risorse del Fondo Sociale Europeo, avendo un Curriculum con oltre 10 anni di esperienza specifica. Negli anni scorsi incarichi simili nella stessa Provincia sono stati retribuiti in misura anche pari al doppio di quanto percepito da me. Il contratto è regolarissimo, riferito alle soglie fissate dalla normativa vigente sul Fondo Sociale nazionale e regionale e approvato dal socio proprietario. Sono profondamente meravigliato di come non si leggano integralmente le sentenze di Cassazione: la citata 654 del 1984 si riferisce ai “soci” che siano contemporaneamente amministratori, e con tutta evidenza non è questo il caso. Ho percepito solo da poco il primo compenso, ad un anno e mezzo dall’avvio delle mie attività con una presenza pressoché quotidiana a Teramo, poiché ho pensato innanzitutto a garantire (con molta fatica, per motivi oggettivi derivanti dalla fase di avvio della società) gli stipendi a dipendenti e collaboratori della società. Questo loro lo sanno benissimo. La comunicazione posticipata del contratto (per cui è prevista semplicemente una minima sanzione non a carico della società) è dipeso dal fatto che il primo compenso è stato ricevuto solo pochi giorni fa. La facile, e del tutto inutile, ironia sulle presunta “ assunzione ” come “ addetto ai servizi di segreteria ” (locuzione non corrispondente a quanto comunicato dalla società) deriva dai meccanismi “automatici” del sistema di comunicazione obbligatoria informatica del Ministero del Lavoro, che invito gli “ironici” ad approfondire. Continuo infine a constatare che l’attenzione di molti continua ad essere concentrata su cavilli procedurali inesistenti e non sulle prospettive di consolidamento dei servizi ai cittadini e dell’occupazione di lavoratori lasciati in stato di precarietà da molti anni, di cui solo l’Amministrazione provinciale ed io ci stiamo occupando. Siamo fra le pochissime Province a farlo in un momento difficilissimo per gli enti locali, in cui i primi a soffrirne le conseguenze sarebbero proprio i lavoratori di Teramo Lavoro. Su tutto questo sono ovviamente pronto ad ogni confronto. Anche in questo caso rivolgo lo stesso invito gia inviato (invano) ad altri: volete partecipare insieme a me ad un incontro con tutti i lavoratori di Teramo Lavoro nel quale parlare di ciò che ho detto oggi e di qualunque altro argomento volete?”.
La replica del presidente della Provincia, Valter Catarra. “Esattamente come abbiamo sempre affermato pubblicamente e ufficialmente, la Provincia non paga l’amministratore delegato della Teramo Lavoro, Venanzo Cretarola, che trae il suo compenso dall’attività professionale che svolge per i progetti del Fondo sociale europeo. Non è certo un mistero e sicuramente non è una scoperta: lo abbiamo detto noi. Cretarola non è nemmeno un dipendente della Teramo Lavoro ma un collaboratore a progetto della società in house, una figura prevista anzi obbligatoria nella gestione dei progetti del Fondo sociale europeo. Questa stessa funzione, prima della costituzione di Teramo Lavoro, veniva assolta da un altro collaboratore a contratto che per anni ha percepito circa 5 mila euro al mese: molto meno di Cretarola. Ora, per quanto riguarda la presunta incompatibilità fra la figura di amministratore delegato e di collaboratore o dipendente della stessa società, la questione è stata ampiamente sviscerata sotto il profilo giuridico e amministrativo con numerosi pareri che confortano le nostre scelte; scelte che non solo non arrecano alcun danno ma sono economicamente vantaggiose per l’amministrazione e per il cittadino. una volta si alza un polverone su questioni formali e marginali attaccando un’esperienza che, concretamente, ha salvato un centinaio di posti di lavoro. Se non fosse stata creata Teramo Lavoro cosa avrebbero fatto i precari della Provincia? E perché quando si parla di precari li si continua ad associare, in maniera volutamente mistificatoria, alla mia amministrazione quando, ormai è stato acclarato in tutte le sedi dirimenti, nessuno avrebbe potuto stabilizzarli? Quindi, senza Teramo Lavoro, questi giovani e meno giovani precari non avrebbero avuto alcuna chance. E’ paradossale che il fuoco di fila contro Teramo Lavoro arriva da chi il precariato l’ha creato e da chi dovrebbe avere tutto l’interesse, nella difesa di servizi e posti di lavoro, a non sollevare continuamente cortine fumogene che hanno solo un obiettivo politico: screditare l’amministrazione Catarra a prescindere dalla realtà. Una cosa è certa: a questa amministrazione, politicamente, avrebbe giovato molto di più rimandare tutti a casa e oggi gioverebbe chiudere Teramo Lavoro. Se la difendiamo è perché siamo convinti sia stata una buona scelta, perfettibile come tutte le cose, ma sicuramente da salvaguardare”.