Proposta che in aula è stata sostenuta anche dal consigliere di minoranza Giovanni Giusti. In breve la richiesta delle minoranza chiedeva: di adottare in maniera celere un crono programma degli interventi per la messa in sicurezza della frazione di Paduli, adottare la revisione del Piano Triennale delle opere pubbliche con destinazione dei fondi per le esigenze di messa in sicurezza della frazione Paduli eliminando dal suddetto Piano opere pubbliche inutili, costose e senza alcuna rilevanza per il territorio comunale; ad operare la messa in sicurezza delle case interessate dalle ordinanze di evacuazione al fine di consentire il rientro dei legittimi proprietari.
“Attraverso il dibattito in aula abbiamo dimostrato carte alla mano che il decreto regionale stanziava fondi per le frazioni di Pastinella e Paduli e che gli interventi dovevano essere indirizzati ad entrambe le emergenze – dichiarano i consiglieri comunali di minoranza – invece il sindaco ha dapprima negato l’esistenza di un finanziamento per Paduli con la motivazione che fosse addirittura un “refuso” di scrittura di un funzionario regionale, per poi correggersi e giustificando l’intera spesa su Pastinella con la circostanza che solo in quella frazione vi era una reale emergenza nel marzo del 2015.”
Fatti e circostanze contestate dal consigliere Fiorà che ha replicato e fatto notare il Comune dichiarò lo stato di calamità naturale chiedendo alla Regione somme pari ad almeno 1 milione di euro per due frazioni che furono inserite dalla regione in un decreto che stanziava somme per due frazioni pari a 980 mila euro ed inserendo questi tipi di interventi fra quelli strutturali.
Il termine strutturali è una parola importante: perché denota la gravità degli interventi che la Regione riconosce per Campli, sulla base di specifici criteri che la stessa si è data attraverso il decreto n.2 del 2015. Se non fossero stati gravi, gli interventi per Pastinella e Paduli sarebbero stati inclusi tra gli interventi non strutturali. Inoltre il sindaco sottoscrive una convenzione, facente parte integrante del decreto n.6/2015 (quello in cui compare il finanziamento per Paduli e Pastinella) in cui si impegnava formalmente come soggetto attuatore a rispettare la programmazione degli interventi in coerenza all’ordinanza di Fabrizio Curcio e soprattutto con il Piano degli Interventi approvato dal Commissario regionale (decreto n.6/2015), tanto che la convenzione dice che vi deve essere congruenza tra la progettazione (fatta dal comune di Campli) delle opere e gli obiettivi programmati nel Piano del Commissario (ovvero la Regione Abruzzo).
“Ma che a Paduli la situazione fosse grave ce lo dimostrano una serie e corposa documentazione amministrativa sia comunale che regionale- ha spiegato Fiorà -mi riferisco alla richiesta di modifica al Pai (Piano Assetto Idrogeologico) del comune di Campli (del 16 giugno 2015) per chiedere di aggiornare alla Regione Abruzzo la pericolosità di Pastinella e Paduli. Inoltre vi è la relazione del geologo Antonio Di Antonio del 4 giugno 2015 in cui il geologo già all’epoca dichiarava che a PADULI “vi sono segnali di una spiccata tendenza al dissesto, determinato soprattutto dallo scorrimento incontrollato delle acque..” aggiungendo che nel suo sopralluogo aveva già “rilevato la presenza di lesioni a manufatti più prossimi alla frana” , concludendo che Paduli era “un area interessata da un rischio di frana estremamente elevato con movimenti di massa in atto con una dinamica geomorfologica all’astensione areale del rischio”. Vi sono poi le richieste del Sindaco alla Regione per stanziare soldi al fine di intervenire immediatamente sulle frane ed a maggio 2016 arrivarono le prime ordinanze di sgombero per i cittadini di Paduli.
Questo è il quadro che si presentava al Comune di Campli pochi mesi dopo il mese di marzo 2015: due frazioni con evidenti problemi, una relazione del geologo che parla chiaro, e richieste alla regione per fermare la gravità dei movimenti franosi. Non solo. Il comune aveva incaricato un altro geologo, Di Ventura Giorgio, che in una relazione rimessa al comune di Campli nel gennaio del 2016, quindi piu di anno fa, diceva: ”Si faccia in modo d’intervenire prima che l’evento accada, e non, come ultimamente, molto spesso abbiamo fatto, dopo che si è verificato.”
“A nostro giudizio – concludono i consiglieri – il comune aveva l’obbligo di intervenire su Paduli anche soltanto con un intervento di canalizzazione delle acque. Invece dopo due anni non è stato fatto nulla e le abitazioni rischiano di crollare. Siamo favorevoli alla creazione di una commissione mista tra amministratori e cittadini per monitorare le emergenze del territorio comunale, così come proposto da consigliere regionale Mariani. Attendiamo che Quaresimale la istituisca. Inoltre non possiamo che essere preoccupati per l’altra emergenza che attanaglia Campli, ovvero la frana di Castelnuovo. Siamo fiduciosi che la Regione Abruzzo, come annunciato dal Presidente, intervenga sia su Paduli che su Castelnuovo“.