“Non vorremmo che il sindaco abusasse del senso di responsabilità mostrato finora dall’opposizione in questa fase di emergenza, portando avanti, senza alcun confronto con la città, un tema strategico come è quello della pianificazione delle scuole”.
E’ questa la preoccupazione del capogruppo del Pd al consiglio comunale Gianguido D’Alberto che, ribadendo l’impegno nel portare avanti insieme il particolare momento critico che Teramo sta attraversando, spogliandosi delle casacche di partito per il bene della città, critica la mancata assenza di confronto sulla pianificazione e programmazione della rete scolastica.
“Abbiamo chiesto da ottobre la convocazione di una commissione speciale che si occupasse di questo argomento a medio e lungo termine”, ha detto D’Alberto, “tenendo conto dello stretto rapporto tra scuola e urbanistica, senza aver ottenuto ancora alcuna risposta. E’ inaccettabile che le tre proposte di polo scolastico di cui si è parlato finora siano portate avanti in totale assenza di confronto con la città. Del vecchio stadio non si è mai discusso, della D’Alessandro è stato fatto solo un passaggio in Consiglio e sul stadio di Piano D’Accio non abbiamo ancora chiarezza su che cosa si intenda fare e quante risorse si intendano investire”.
Per D’Alberto, inoltre, un conto è che l’area del Bonolis venga utilizzata come “tampone”, in una situazione emergenziale ovvero in caso di necessità di dare risposta ad una o più scuole che necessitano di interventi. Altro, invece, è che sulla curva di uno stadio si intenda fare un polo scolastico a medio e lungo termine.
“Quante risorse”, chiede D’Alberto a riguardo, “sarebbero necessarie? Vale la pena spendere soldi pubblici per rendere una curva una scuola? Si parla, infatti di qualcosa come 2 milioni e mezzo di euro di finanziamento pubblici, che non sono affatto cifre irrisorie”.
Inoltre per il capogruppo del Pd questa scelta, se, come prospettato diventerà definitiva, andrà ad incidere in maniera sostanziale sul rapporto tra urbanistica, territorio e scuola.
“I cittadini di San Nicolò, la frazione più popolosa del Comune”, continua D’Alberto, “sono preoccupati e chiedono che la comunità non sia svuotata di uno degli elementi fondamentali del territorio come è la scuola”. E, ricordando come finora ci siano tre edifici scolastici nella frazione, la scuola media con indice di vulnerabilità sismica di 0.3, il plesso che ospita la materna e il nido di via Brigiotti, con un indice di 0,27 e la elementare della zona Peep il cui indice deve essere ancora calcolato ma che avrebbe gli spazi per un eventuale ampliamento e la creazione di un polo, D’Alberto chiede che venga data priorità ad un adeguamento e miglioramenti sismico, laddove necessario, sulle strutture che già ci sono.
“Non è pensabile”, spiega infatti, il consigliere, “che una comunità intera possa essere penalizzata per responsabilità politiche, per via di una mancata programmazione di questi anni, visto che nulla è stato fatto dopo il sisma del 2009. Chiediamo, dunque, che si lavori fin da ora perché ci sia un polo scolastico e le scuole non siano slegate dal territorio della frazione. Oltre a tempi e costi necessari e che non si faccia come per l’edificio della Carlo Febbo, rimasta senza gli interventi promessi, per il quale purtroppo oggi si dovrà tener conto anche dei danni degli ultimi terremoti”.