Giulianova. Rifondazione Comunista lancia un nuovo appello in difesa dell’ospedale di Giulianova, e della dignità degli operatori sanitari e dei malati, tirando le orecchie all’assessore Paolucci.
L’attuale assessore, durante la Giunta Chiodi, tuonava ‘Umiliati operatori e pazienti’, oggi però “lui è assessore regionale alla Sanità a cuor leggero taglia posti letto e sopprime interi presidi ospedalieri!”
Rifondazione Comunista da sempre denuncia “lo sfruttamento, il sotto-organico, il demansionamento, gli orari degli infermieri e i turni massacranti, i medici ospedalieri che lavorano con apparecchi elettromedicali obsoleti. Tutto questo crea difficoltà non solo agli operatori sanitari, ma anche ai malati, i quali vedono nella parte assistenziale venir meno il loro diritto alla salute. La politica del depotenziamento degli ospedali indebolisce strutturalmente il territorio, demolisce ‘pezzo per
pezzo’ la sanità pubblica in favore di quella privata, incentiva di fatto la “mobilità passiva”. Risulta onerosa per la Sanità Abruzzese ma anche per i cittadini, che, per trovare risposta ai propri bisogni di salute sono costretti a spostarsi in altre regioni”.
In materia di sanità, il Circolo giuliese dedicato a Pasquale Di Massimantonio, fissa tre punti fondamentali: per primo il rispetto dell’articolo 32 della nostra Costituzione stabilisce che lo Stato tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, garantisce cure gratuite agli indigenti.
Rifondazione è contraria alla chiusura o alla riconversione di tutti gli attuali presidi esistenti in Provincia di Teramo perché “il contenimento delle spese non può essere perseguito penalizzando il diritto dei cittadini alla salute, ma eliminando tutte le distorsioni che hanno alimentato sprechi e ruberie. La spesa sanitaria va indirizzata sulla base degli effettivi bisogni della popolazione”.
Rifondazione Comunista “per insanabili differenze di vedute sui criteri di scelta della Giunta D’Alfonso”, ritiene “politicamente ed eticamente sbagliato il Project financing questa è una scelta miope che finirà per avvantaggiare solo i privati.Questo non è un buon piano sanitario, non vediamo in nessun modo la soluzione ai problemi denunciati, pensiamo che si abbia molto a cuore il contenitore ma non il contenuto non è della ‘sanità del cemento’ che abbiamo bisogno. Questa ‘macelleria sociale’ è da scongiurare. Vale la pena di lottare per una sanità pubblica di tutti!”, concludono.