Teramo, nasce un Comitato in difesa della Confartigianato: chiesto l’intervento del presidente Chiodi

Confartigianato-TeramoTeramo. Un gruppo di artigiani, riuniti in assemblea, nei giorni scorsi ha deciso di dar vita al “Comitato di Difesa dell’Unione Provinciale Artigiani e della Cooperativa artigiana di garanzia Città di Teramo e Provincia. L’Assemblea ha eletto alla presidenza Marcello Di Pasquale, attuale presidente onorario delle strutture, affiancandogli un team di esperti in materia sindacale, legale e amministrativa.

Il primo atto è stata la decisione unanime di presentare un esposto al presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, “affinché decida di fare dei controlli sui bilanci della Cooperativa artigiana, in quanto il capitale sociale non è corrispondente alla realtà”. Chiedono l’intervento del Governatore, poi, “affinché faccia dei controlli per far emergere come l’attuale presidente Luciano Di Marzio, il Consiglio d’Amministrazione e il Collegio Sindacale giochino solo con i numeri e le parole. Pessima è stata la loro amministrazione, hanno distrutto un intero gruppo dirigente e la Cooperativa è apparsa spesso agli onori della cronaca per episodi spesso poco edificanti ed anche penali. Ha costretto ad andar via validi collaboratori che non condividevano la loro direttiva”. Il Comitato non risparmia nei loro confronti nemmeno accuse di “clientelismo, avendo tutti ottenuto incarichi ben retribuiti con l’appoggio dei padrini della politica, come la nomina di un noto commercialista teramano a presidente del Collegio Sindacale, organo di controllo e supervisore al di sopra delle parti sull’operato degli amministratori”.

Al presidente Chiodi si chiede, dunque, “di intervenire con urgenza per rimuovere gli effetti delle delibere già adottate, in quanto viziate da nullità e di procedere tempestivamente al commissariamento della Cooperativa per ristabilire la legalità. Fino alla convocazione che provveda ad eleggere un nuovo consiglio d’amministrazione, un nuovo Collegio Sindacale e un nuovo Collegio dei probiviri, che si è espresso sempre positivamente sulle delibere di espulsione di molti soci, perfino anche dopo una condanna penale, per calunnia emessa dal Tribunale di Teramo, a favore di un associato. Se questo non sarà fatto, il Comitato si rivolgerà direttamente alla magistratura”.

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