Il dissenso è nato a seguito dell’adozione di un nuovo Regolamento degli Uffici e dei Servizi, con relativa Pianta Organica, che ha generato una controversia sindacale, scaturita poi nella proclamazione dello stato di agitazione, oltre che in una serie di azioni sindacali da intraprendere, inclusa la possibilità di adire alle vie legali.
“Il conflitto sindacale” spiegano “riguarda, sostanzialmente, la tutela delle prerogative sindacali mortificate da continui e ripetuti comportamenti violativi dei principi di buona fede e correttezza assunti dalla Delegazione di Parte Pubblica, in occasione della programmata revisione della struttura funzionale ed organica dell’Ente. Sin dall’inizio abbiamo dovuto registrare una condotta ostruzionistica volta ad impedire l’esercizio delle prerogative sindacali. Ed infatti, l’Ente Provincia, attraverso l’utilizzo di stratagemmi di varia natura, tutti idonei ad orientare nella direzione desiderata le scelte operate in maniera unilaterale ed in dispregio delle regole che disciplinano la materia, di fatto, ha esercitato il diritto che gli appartiene in materia di riorganizzazione organica in modo improprio arrecando, fra l’altro, danni a molti dipendenti. Le azioni potrebbero incidere negativamente sulle attività istituzionali, oltre che sull’intero apparato burocratico dell’Ente, nel senso che potrebbero comportare rilevanti disagi, specie in relazione a quegli istituti contrattuali sottoponibili alla contrattazione. Ovviamente, le azioni sindacali sono tutte finalizzate, da un lato, a ristabilire le normali e corrette relazioni sindacali in un clima di buona fede e correttezza, mentre, dall’altro lato, a scongiurare l’insorgenza di danni a carico dei dipendenti”.
Le organizzazioni sindacali chiedono, dunque, l’apertura della procedura di conciliazione affinché si possano scongiurare gli effetti negativi della controversia e giungere ad una risoluzione delle criticità.
La Provincia incontra i sindacati. Si è svolta questa mattina, su sollecitazione dell’amministrazione provinciale, una riunione convocata dal Segretario generale, Gianna Becci, per un ulteriore confronto sulle eventuali proposte o osservazioni delle organizzazioni sindacali rispetto al progetto di riorganizzazione. I sindacati, che fino ad oggi non sono mai voluti entrare nel merito della proposta dell’ente continuando a porre una pregiudiziale, ovvero la revoca di tutti gli atti concernenti la riorganizzazione in quanto a loro dire illegittimi, questa mattina sono tornati a ribadire la loro posizione chiedendo, constestualmente, un incontro con il Prefetto. Alle eccezioni di legittimità degli atti sollevata dalle organizzazioni sindacali aveva già risposto con una nota ufficiale il Segretario generale, il 28 settembre scorso, nella quale, fra le altre cose, specificava che “Gli atti deliberativi 484 e 485 …sono stati adottati nel pieno rispetto delle formalità richieste dalla normativa di legge… infatti (decreto legislativo 165/2001 art 6) nelle amministrazioni pubbliche l’organizzazione e la disciplina degli uffici, nonché la variazione e la consistenza delle dotazioni organiche sono determinate …previa consultazione delle organizzazioni sindacali”. Ora, scrive la Becci, non vi è dubbio che le “relazioni sindacali siano state esperite in maniera rituale e per un periodo di tempo ragionevole”: il progetto – proposta non operativa ma atto di indirizzo unitario per avviare la consultazione – viene votato dalla Giunta il 22 luglio e lo stesso giorno viene convocato il primo tavolo sindacale per il 26 luglio. Da allora si sono succedute dieci convocazioni, per lo più disertate dai sindacati. In questo periodo, alle organizzazioni sindacali, più volte e con note ufficiali, è stato chiesto di far pervenire osservazioni o proposte sulla materia sottoposta a consultazione: nell’ultima lettera, quella del 28 settembre, si specifica anche che la “Giunta ha manifestato ampia disponibilità ad eventuali ulteriori approfondimenti anche ai fini di apportare le modifiche che risultassero congrue anche sulla base delle osservazioni che dovessero essere nel frattempo depositati o non ancora rese note”. Questa mattina, però, le organizzazioni sindacali hanno chiesto di nuovo l’immediato ritiro degli atti adottati e in seguito alle precisazioni della Becci sulla necessità di ascoltare la Giunta a tal proposito hanno confermato la posizione già assunta in passato fomalizzando la richiesta di un incontro urgente al Prefetto per un tavolo di conciliazione.