All’incontro ha preso parte, per la Provincia, l’assessore alla viabilità, Elicio Romandini, il quale ha annunciato che “con uno sforzo enorme, togliendo residui a tutti i settori dell’ente e grazie alla disponibilità dell’intera Giunta, potremmo mettere a disposizione 700 mila euro, subito, per fa partire un primo lotto del nuovo ponte sul Vibrata. Ma ci aspettiamo che nel frattempo arrivino i fondi dal Governo”.
“Non vogliamo fare politica” ha premesso il primo cittadino della città farnese “ma vogliamo sapere cosa dobbiamo dire ai cittadini, alle imprese, a chi viaggia per lavoro o per studio. Non riusciamo a capire come comportarci anche per i danni subiti come Comune: quali sono i tempi, quali le risorse ipotizzabili visto che ci sono già 11 milioni di euro anticipati dagli enti locali per far fronte alle emergenze. Naturalmente la cosa più urgente è la questione del guado che dovrà essere chiuso prima dell’inverno: siamo tornati al dopoguerra con gli studenti a piedi perché i mezzi dell’Arpa non possono passare. Una situazione di profonda incertezza visto che al momento il Governo non ci ha dato alcuna risposta e alla dichiarazione dello stato di calamità non ha fatto seguito la destinazione di risorse”.
Secondo il segretario generale della Presidenza Regionale, Enrico Mazzarelli, l’unica risorsa certa da cui attingere sarebbero i fondi Fas, residui della precedente programmazione e anticipazioni su quella futura: in questo modo si potrebbe superare la norma del “milleproroghe”, impugnata dalle Regioni e anche dall’Abruzzo, in base alla quale, in caso di calamità naturale, lo Stato interviene solo con il 50 per cento della spesa, mentre la restante parte deve essere stanziato dalle Regioni anche attraverso l’imposizione di nuove tasse: la cosiddetta “tassa sulla disgrazia”.
Mazzarelli, ha anche spiegato la questione dei finanziamenti destinati dal Governo alla Basilicata con l’ultima manovra: “Sette milioni, ma c’era il rischio di esondazione del Basento e dell’evacuazione di ampie zone abitate. Noi, quindi, abbiamo chiesto al Ministro Fitto di avere a disposizione i residui del Fas (2000/2006) per avere 20 milioni di euro da destinare ai danni alluvione. Sarebbero utilizzati per rimborsare gli enti locali per le somme già spese e per realizzare le prime opere di ripristino. Già la prossima settimana dovremmo avere la certezza, inoltre, di avere un anticipo di disponibilità sui Fas 2007/2013. Il guado sul Vibrata è una priorità assoluta e non c’è dubbio che bisogna attivarsi subito. Stiamo, inoltre, verificando la possibilità di avere un finanziamento dal Ministero delle Infrastrutture”.
Una cosa è chiara, secondo Romandini: “siamo parte lesa. Come Provincia stiamo verificando tutte le opzioni: in attesa dei fondi Fas abbiamo interessato della questione anche il sottosegretario Letta e il Ministro Matteoli. Quindici o venti giorni per noi sono troppi, il guado non reggerà le prime piogge: abbiamo già pronto il progetto per un nuovo ponte. La Provincia sta facendo tutto il possibile e siamo i primi ad avere perplessità per questi ritardi e per le mancate risposte da parte del Governo. Ci hanno risposto picche anche alla richiesta di utilizzare i ribassi d’asta della Pedemontana che pure ci sono. Adesso abbiamo bisogno subito di 2/3 milioni di euro per il guado sul Vibrata, per il ponte di Valle Castellana e quello di Castellalto. Stiamo verificando i residui di bilancio provinciale: fondi di tutti i settori. Potremmo arrivare a 700 mila euro e far partire un primo lotto”.
A proposito, poi, dei fondi destinati alla 259 (provinciale Val Vibrata) e alla 250 (collegamento autoporto Roseto), 6 milioni di euro, indicati dal consigliere regionale Claudio Ruffini quale possibile soluzione alternativa “per far partire subito i lavori”, l’assessore Romandini ha dichiarato che “non lo esclude ma occorre sentire i Sindaci perché ci sono voluti anni per decidere tracciati e interventi e devono essere le amministrazioni locali ad esprimersi”.
Lo stesso Ruffini, tuttavia, insieme all’onorevole Tommaso Ginoble, al consigliere regionale Giuseppe Di Luca e al capogruppo del Pd in Provincia, Ernino D’Agostino, lamenta la mancanza di proposte concrete da parte del centro destra.
“Da Mazzarelli” dicono “ci aspettavamo ben altre soluzioni. Invece dopo sei mesi siamo ancora alle chiacchiere. Ci è stato proposto di utilizzare i residui dei fondi Fas 2000-2006 oppure di attendere parte delle risorse che potrebbero arrivare dall’approvazione da parte del Cipe dei nuovi Fas 2007-2013. Ovvero un pacchetto di soluzioni aleatorie, tutte da verificare, che non affrontano l’emergenza ma rimandano la palla a scenari futuri e lontani, tra l’altro legati alle decisioni romane.”
Per i consiglieri del Pd, invece, le idee da mettere in campo per la ricostruzione del ponte sono due: anticipare i fondi Fas come si è fatto per il dragaggio dei porti di Pescara ed Ortona e rimodulare i fondi regionali destinati alla S.P 259 (6.017.000 di euro), utilizzandone una parte (1 milione e 200 mila euro) per la ricostruzione del ponte sul Salinello.
“Le nostre sono proposte concrete” commentano “da attuare in poche settimane e che abbiamo verificato con i tecnici competenti. Chiediamo che l’appalto venga fatto in un unico lotto e non in lotti separati. Bisogna evitare contenziosi e lungaggini burocratiche con le ditte. Lanciamo una sfida alla Provincia di Teramo: se vogliono, in 4 mesi è possibile ricostruire il ponte del Salinello, visto che il progetto è già pronto. Dopo sei mesi non possono venire a raccontare quello che vorrebbero fare, è ora di prendere delle decisioni e subito, visto che l’autorizzazione del guado provvisorio sul Salinello scadrà il 30 settembre.”
Tra le altre proposte, il Pd ha chiesto di poter utilizzare i ribassi d’asta dei due lotti della Pedemontana, per coprire i 12 milioni di euro che gli enti locali hanno contratto con le somme urgenze. “L’Assessore Romandini ha riferito di aver chiesto di utilizzarli ma gli è stato risposto negativamente. Vogliamo sapere perché. Lo stesso Romandini ha riferito di aver parlato con il sottosegretario Letta, a cui è stato chiesto di utilizzare parte del fondo di riserva del Sottosegretario alla Presidenza. Anche in questo caso, c’è qualcuno che ha detto no all’Abruzzo e agli abruzzesi, ovvero il ministro Tremonti, lo stesso che ha autorizzato nella finanziaria i 7 milioni di euro per l’alluvione della Basilicata. Ormai è chiaro a tutti che questa classe politica di centro destra abruzzese, specie quella teramana, conta meno di zero a Roma. Mai la nostra Regione aveva ricevuto tante umiliazioni tutte insieme tra l’altro da un Governo amico. Chiodi ne sia consapevole”.
Il commento del consigliere regionale dell’Idv, Cesare D’Alessandro. “Poniamo una domanda a Chiodi. Dobbiamo aspettare la prossima alluvione in provincia di Teramo per avere una ordinanza attuativa dalla protezione civile che stanzi gli euro promessi e nomini il commissario ad acta per lo stato di calamità naturale proclamato ormai da sei mesi? Si, perché sono ormai trascorsi sei mesi dalla tragica alluvione che ha colpito la provincia di Teramo. Mentre il Veneto ha già incassato e speso, in provincia di Teramo gli unici quattrini tirati fuori sono quelli delle amministrazioni locali, che hanno effettuato lavori per oltre 12 milioni di euro e ad oggi non hanno ricevuto un euro di rimborso. Cornuti e mazziati. Perché dovranno riconoscerli come debito di bilancio, uscendo dal patto di stabilità. La prossima settimana, secondo le previsioni meteorologiche la Val Vibrata, rischia di nuovo l’isolamento, perché, come Chiodi dovrebbe sapere, sul Salinello é stato realizzato un guado provvisorio che dovrebbe essere immediatamente chiuso. Di fronte a tale situazione, Chiodi si dia una mossa perché la pazienza di cittadini ed imprese non è eterna”.