“Il significato politico di tale atto ha spiegato Mario Nuzzo, della Lista Obiettivo Comune di Roseto – va ben oltre il valore intrinseco della rinuncia, poiché, tra l’altro, costituisce un esempio di come ciascuno di noi, nel proprio ambito di azione, può fare qualcosa per il territorio in cui opera, anziché chiedere qualcosa. Esempi del genere sono di enorme importanza, specie in questi giorni, in cui, a livello nazionale, i nostri rappresentanti (si fa per dire) in Parlamento, non riescono a tener fede a solenni promesse, ad esempio come quella riguardante il pagamento del contributo di solidarietà per aiutare il nostro Paese a superare la crisi in atto, poiché, dopo aver detto ai quattro venti di volerlo pagare, come tutti gli altri cittadini (normale, no?), se lo sono ridotto, pardòn adeguato, al loro “status” di parlamentari. Con buona pace del dettato dell’art. 53 della nostra Costituzione. A questo punto non ci resta che sperare in un sussulto, seppure tardivo, di ravvedimento. Ciò sarebbe, in teoria, possibile nella conversione in legge del decreto. Oggi, però, lo scetticismo è d’obbligo.