Teramo, riorganizzazione Provincia: Fli e le ‘favole’ dell’Assessore Di Giacinto

provincia_teramo__via_milliTeramo. “Calcedonio nel paese delle meraviglie”. Comincia così la nota inviata da Maria Cristina Marroni, vice coordinatore provinciale di Futuro e Libertà Teramo. Il racconto di Lewis Carroll altro non è se non la sponda ideale utilizzata da Marroni per puntare l’attenzione su quelle che lei stessa definisce le “favole” dell’Assessore provinciale al Personale, Davide Calcedonio Di Giacinto: “sono così stucchevoli da non essere più credibili nemmeno per i bambini cui sono destinate”.

Il riferimento è alla più volte annunciata ristrutturazione dell’Ente, che avrebbe dovuto vedere la luce nel luglio 2009, ma che all’epoca era stata rinviata per via del ricorso elettorale intentato dal presidente uscente, Ernino D’Agostino. “Una scusa” commenta Marroni “grazie alla quale l’intera Giunta provinciale è rimasta inerte su tutto per ben tre mesi, salvo percepire i relativi stipendi. Dall’ottobre 2009 la favola della riorganizzazione viene narrata nei corridoi, nelle segreterie di partito e sui giornali, ma mai che riesca a vedere la luce. E mentre gli amministratori provinciali si divertivano al gioco dell’oca, facendo un passo avanti e due indietro senza mai arrivare al traguardo, è cambiato il mondo: informiamo l’Assessore Di Giacinto che nella manovra finanziaria in discussione in Parlamento il Governo si è impegnato formalmente e finanziariamente ad abolire le Province nel corso di questa Legislatura. Pertanto, quell’aborto di ristrutturazione approvato provvisoriamente dalla Giunta provinciale, che altro non è se non il restyling della precedente struttura che in nulla innova e funzionalizza l’Ente, ma serve solo a prendere atto dei pensionamenti intervenuti in questi anni, non serve oramai a niente. Carta straccia. Quello che Catarra ed i sindacati devono fare è prendere atto della morte annunciata e prepararsi allo scioglimento”.

Secondo il vice coordinatore di Fli, l’unica riorganizzazione possibile è la riduzione dell’Ente a tre Settori: Viabilità ed Edilizia scolastica, Lavoro e Formazione professionale, ed un terzo Settore calderone nel quale accorpare tutte le funzioni ed i servizi residui. “Inoltre bisognerà che qualcuno si incarichi di comunicare che, con una pletora di 360 dipendenti a tempo indeterminato, l’Ente non può presentarsi obeso al proprio funerale e perciò si dovranno mandare a casa i 110 dipendenti di Teramo Lavoro srl. Di Giacinto si premura sempre di segnalare che l’Ente ha risparmiato un milione e seicentomila euro sul costo del personale, ma non dice mai che ne spende due milioni e mezzo per Teramo Lavoro e che tutti i risparmi derivano solo e soltanto da pensionamenti non rimpiazzati nè rimpiazzabili per legge. Quindi, ed invitiamo l’Assessore a smentirci, l’incidenza della Giunta sui risparmi ottenuti è pari allo zero, anzi, la stessa ha avallato l’assunzione di almeno una trentina di dipendenti nuovi presso Teramo Lavoro fra il 2010 ed il 2011, la cui necessità e professionalità è tutta da dimostrare”.

Fli invita, dunque, i sindacati a prendere atto della situazione economico-politica e a chiedere il ritiro della bozza di ristrutturazione.

“Un Ente che, per bocca dell’Assessore Elicio Romandini, dichiara che senza l’elemosina del Governo non ha in cassa neanche 2 o 3 milioni di euro per garantire i collegamenti fra la Val Vibrata, le zone interne e Teramo, a fronte di una spesa di decine di milioni in stipendi per buona parte esuberanti rispetto alle reali necessità, è un Ente che è bene venga eliminato quanto prima” conclude Marroni. “Stare ogni giorno a disquisire sul risparmio o meno di qualche euro per la presenza di 47 Posizioni Organizzative, che ovviamente non si intendono tagliare benchè smaccatamente eccedenti rispetto elle effettive esigenze organizzative, è come pettinare le bambole mentre l’uragano è fuori dalla finestra. Speriamo che Catarra e soci se ne avvedano prima di venirne travolti”.

 

Il commento del capogruppo del Pd, Ernino D’Agostino. “Il Gruppo consiliare del PD, dopo aver esaminato le proposte deliberate dalla Giunta per il nuovo Regolamento degli uffici e dei servizi e per la revisione della struttura amministrativa e della dotazione organica, chiede che intervenga una doverosa pausa di riflessione e che, prima della conclusione del confronto con le rappresentanze sindacali e dell’approvazione dei provvedimenti, vi sia un passaggio di informazione e di consultazione nella competente Commissione del Consiglio Provinciale. Sono davvero troppi gli elementi inaccettabili (in alcuni casi illegittimi) contenuti nelle proposte. Nella proposta di Regolamento vengono disciplinate impropriamente materie che andrebbero invece rinviate alla contrattazione decentrata con le rappresentanze sindacali, vengono introdotte norme sugli staff del Presidente e degli Assessori, con la possibilità di attivare contratti esterni, che rischiano di produrre un trionfo dei portaborse in un momento nel quale imperativi dovrebbero essere la sobrietà, il contenimento dei costi e la valorizzazione delle professionalità di cui l’Ente dispone, viene enfatizzato il criterio della rotazione nell’attribuzione degli incarichi dirigenziali e di responsabilità dei servizi, senza salvaguardare adeguatamente il criterio della professionalità e delle competenze specifiche (mettere al Bilancio chi non è ragioniere o mettere un amministrativo alla guida di un Settore tecnico non sono certo esempi di buona amministrazione). La proposta sulla struttura e sulla dotazione organica individua Settori disomogenei per le competenze e le funzioni assegnate . Sono addirittura ovvi alcuni interrogativi: cosa c’entra la promozione turistica del territorio con la gestione degli appalti? Cosa c’entrano le politiche per le attività produttive e lo sviluppo economico con le procedure per gli espropri? Perché, se si devono fare accorpamenti, i servizi riguardanti l’urbanistica e la pianificazione territoriale non vengono aggregati, come sarebbe ragionevole fare, a quelli concernenti le politiche ambientali? La proposta gonfia a dismisura nelle dotazioni di personale le strutture di staff del Gabinetto del Presidente e del Segretario Generale (altro che cantonieri!). Inoltre, essa prevede, a parità di numero complessivo, la sostituzione di posizioni organizzative con alte professionalità . Non è una questione di “lana caprina”. Le posizioni organizzative sono riferite a specifiche responsabilità nella gestione dei servizi (finalizzate quindi al raggiungimento degli obiettivi programmatici dell’Ente) , mentre le alte professionalità sono un istituto contrattuale da utilizzare, ma con grande avvedutezza e con adeguate motivazioni. Oltretutto, va segnalato che le indennità per le alte professionalità sono maggiori rispetto alle posizioni organizzative e che, pertanto, le soluzioni prospettate comporterebbero un aumento della spesa. Il Gruppo del PD considera davvero indispensabile “fermare la macchina” e produrre una riflessione adeguata. Del resto, si tratta di una riorganizzazione amministrativa annunciata dalla Giunta Catarra all’inizio del mandato e che è stata tenuta nel cassetto per due anni : nessuna urgenza può giustificare conseguenze così negative sull’assetto dell’Ente e sulla funzionalità dei servizi offerti ai cittadini.

 

La replica dell’assessore Davide Di Giacinto. “Il comunicato del vicecoordinatore del FLI, Maria Cristina Marroni, segna un passaggio, brutale e preoccupante, dello stile politico. Mi auguro che la sua rappresenti un’uscita estemporanea e personale dettata da informazioni errate, altrimenti, per la prima volta una formazione politica, arriva a chiedere il licenziamento di 110 persone – già minate da una decennale condizione di precarietà determinata dalla scellerata gestione del passato – assurgendosi addirittura a giudice delle loro capacità arrivando a definirli, sommariamente e lapidariamente, lavoratori la “cui necessità e professionalità è tutta da dimostrare”. Mai si era visto una cosa simile se non nei processi di piazza il cui ricordo suscita orrore. Sarei curioso di sapere su quali dati la signora Marroni basa le sue considerazioni, queste si fantasiose, visto che quelli cui fa riferimento e che io ho citato, sono incontestabili e provengono dai bilanci dell’ente.

Quella di diminuire il numero dirigenti è stata una scelta, attuata, di questa amministrazione che ha comportato una riduzione della spesa di 1 milione e 600 mila euro. Per quanto riguarda Teramo Lavoro ci sono le cifre del bilancio e queste parlano chiaro: basta confrontare le somme degli esercizi precedenti alla costituzione della società in house per rendersi conto che a parità di numero di lavoratori, e a servizi invariati, i costi sono ben inferiori. La signora Marroni sbaglia anche a far di conto: se Teramo Lavoro ha 110 dipendenti e il 90% di essi ha precedenti esperienze a vario titolo con la Provincia dove sono “quella trentina di dipendenti nuovi”? Privo di ogni riferimento logico, funzionale e amministrativo poi il suggerimento di ridurre l’ente a tre Settori: Viabilità ed Edilizia scolastica, Lavoro e Formazione professionale, ed un terzo Settore calderone nel quale accorpare tutte le funzioni ed i servizi residui”. Quanto alla soppressione delle Province è davvero argomento serio e con serietà andrebbe trattato come stanno facendo costituzionalisti ed esperti. Noi non siamo affatto convinti che la soppressione delle Province risolverà i problemi del Paese ma non è questa né la sede, né il modo, né l’interlocutore per un confronto che pure abbiamo già aperto. Nel frattempo, però, cara Marroni, comprenderà che la Provincia deve continuare a lavorare, noi dobbiamo continuare a lavorare, i dipendenti devono continuare a lavorare e non per portare a casa le prebende ma semplicemente per continuare ad erogare quei servizi cui quotidianamente ricorrono i cittadini. Infine, se mi è consentito, non si può non sottolineare che tono e contenuti della vicecoordinatrice del Fli hanno poco a che vedere con la dialettica politica: dalle sue parole traspaiono un livore e una personalizzazione che mal si conciliano con il ruolo che ricopre”.


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