Atri. Un “peccato veniale”. Così Herbert Tuttolani, segretario comunale del Pd di Atri, definisce l’Antica Fiera Boaria, che si è svolta nella cittadina ducale lo scorso 14 e 15 agosto e che tante critiche ha scatenato ieri, con tanto di video e foto che mostravano animali trasportati in situazioni davvero improponibili, fatti scendere a forza e sistemati in spazi a dir poco angusti.
“Sebbene siamo d’accordo con il ripristino dell’antica tradizione della fiera boaria” commenta oggi Tuttolani “non ci si può esimere dal fare alcune riflessioni. Innanzitutto sulla scelta del luogo. Riteniamo sarebbe stato più centrato continuare a svolgere l’evento nella zona vicino San Domenico, sia per questione di spazio che di sicurezza che di viabilità. Non ultimo, proprio per evocare al meglio la tradizione. Già nell’antichità, infatti, nonostante il commercio degli animali avesse un peso economico ben più importante, la fiera si svolgeva alle porte della città. Allora perché oggi, con tutte le problematiche del caso, portarla a ridosso del centro storico?”. Per il segretario del Pd, “non è stata una scelta felice tenere la fiera, che meglio sarebbe chiamare mostra, al Belvedere Vomano, tra le statue di marmo realizzate, a suo tempo, durante i simposi internazionali di scultura, in totale spregio delle opere e degli scultori. Se è vero che l’idea può scaturire da un nobile intento, quello di dare occasione ai bambini di ammirare i vari animali, altrettanto vero è che poi la riuscita non si è rivelata all’altezza del pensiero; quanto può esser stato dignitoso, di fatto, far vedere ad un bimbo maiali e muli costretti in spazi angusti, sotto il sole d’agosto, accovacciati su una pavimentazione in porfido che di certo non ricorda il pagliericcio tipico delle stalle? Sul trasporto, le operazioni di scarico e il trattamento riservati ai diversi animali, ci chiediamo solo quali fossero, in realtà, le vere bestie”.
Sulla questione arriva oggi anche la controreplica del segretario comunale de La Destra Roberto Marchione, che ribatte all’amministrazione comunale intervenuta ieri.
“Prima di tutto vorrei capire con quale presunzione ci si arroghi il diritto di affermare che qualcuno ha scarsa conoscenza del territorio e delle fonti storiche circa le tradizioni atriane. Sono dichiarazioni altamente diffamatorie. La Destra ha parlato di eventi legati all’apertura della Porta Santa, chi ci amministra ha risposto citando la Festa dell’Assunta, ma la capiscono la differenza tra le due cose? I festeggiamenti per l’Assunta sono antecedenti e risalgono al 1284, istituiti dalla popolazione per rendere omaggio. La Porta Santa è stata, invece, istituita, per volere del Papa, solo una decina di anni più tardi, nel 1294 o 1295 da Celestino V, senza la certezza assoluta sulla data e sul Papa che emanò la Bolla Papale, in quanto la stessa non è arrivata ai giorni nostri, ma documenti delle Diocesi abruzzesi indicherebbero che Papa Celestino V abbia firmato entrambe le Bolle (quella aquilana e quella atriana) nello stesso giorno del 1294; l’Apertura della Porta Santa e tutti i riti ad essa connessi vennero così aggregati ai festeggiamenti in onore di Maria SS Assunta. I due eventi , quindi, sono ben distinti e la fiera boaria ha da sempre caratterizzato i festeggiamenti per l’Assunta, anche perché sembra illogico che un Papa abbia deciso di unire festeggiamenti profani a riti cristiani. Sarebbe stato molto più normale e apprezzabile definirla in quest’altro ordine di festeggiamenti, per evitare anche una sgradevole profanazione della religione. Se si parla di tradizioni, queste vanno rispettate, non modificate a proprio piacimento, la tradizione vuole che la Fiera si svolga all’esterno delle mura della città, in ambiente appunto più consono allo stallo degli animali, sia per il loro benessere che per quello dei cittadini. Oltre a questo ripasso di storia e tradizioni, l’Amministrazione Comunale suppongo debba fare un ripasso anche della nostra lingua in quanto per definizione del dizionario della lingua italiana, la Fiera è una compravendita, quindi dovrebbe servire per la maggior parte addetti del settore, non turisti, se altrimenti si parla di esposizione di animali a scopo turistico dobbiamo parlare di uno zoo, ma non è questa la tradizione atriana. E se, come dicono loro, ci tengono tanto alla tradizione, perché la Fiera boaria non era stata inserita inizialmente nel Cartellone delle Manifestazioni estive, ma solo successivamente, a ridosso della manifestazione, nel depliant della Porta Santa? Perché le risposte sono state date solo ad alcune domande e non a tutte? Perché non si è risposto sulla questione parcheggi? La Destra non vuole essere criticona, ma far sì che tutto si svolga per il meglio per il bene della nostra città e dei nostri cittadini. Per la situazione traffico in queste occasioni, auspichiamo che si provveda a farlo gestire meglio, magari facendo posizionare vigili urbani in punti strategici della città per poter guidare i visitatori verso più zone di parcheggio consone e tutte dotate di bus navetta verso il Centro storico”.
Infine una richiesta ufficiale: “vorrei sapere quale Comando del Corpo Forestale sia stato presente alle operazioni di carico/scarico degli animali per verificarne la regolarità per poter loro chiedere un accesso agli atti e verificare dall’ordine di servizio la loro effettiva presenza sul luogo. Dalle notizie giunte da animalisti ed associazioni, fin dalla prima mattina, tramite scambio di telefonate e mail con i Comandi Provinciali e Regionali del Corpo Forestale e del Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali di Roma, avrebbero chiesto l’intervento del Corpo Forestale per gli accertamenti del caso e questi avrebbero risposto che l’ufficio di Atri avrebbe aperto solo alle 11. Solo dopo quell’ora si sarebbero recati sul posto per effettuare verifiche, ben oltre l’orario dell’avvenuto scarico”. E conclude: “chi pagherà le spese di ripristino della pavimentazione bucata dai picchetti dei gazebo? Noi cittadini come al solito? Grazie delle risposte, sperando che stavolta siano precise e complete, altrimenti a lungo andare vi si accumulano, e non è rispettoso per un’Amministrazione non rispondere a dei cittadini, chiunque essi siano”.