Roseto. Tutto rinviato a data da destinarsi. E’ stata fumata nera nella riunione di ieri sera in cui il Pd rosetano avrebbe dovuto decidere il nome per la nuova segreteria di transizione del partito, dopo la sonora sconfitta di giugno e le polemiche ad essa seguite. Rimane dunque al momento in carica come segretario, pur se dimissionario, Celestino Salvatore. Sino a quando non si sa. Forse sino a dopo Ferragosto, forse “quando arriverà il fresco”, dice qualcuno.
E con il fresco di settembre, si sa, inizierà anche il delicato momento del tesseramento che dovrà portare al congresso previsto per dicembre dal quale dovrà uscire il nuovo segretario Pd del secondo comune della provincia di Teramo.
Molte ancora le fratture nel partito rosetano. Una su tutte quella tra l’ala ginobliana e quella verrocchiana. La dice lunga che qualcuno chiami i componenti di quest’ultima “i congiurati”. Un altro militante, Giuseppe, nella sua bacheca Facebook, ha chiesto l’intervento del segretario provinciale Verrocchio, perchè “si paventa una vera e propria scissione”. Il clima è ormai quello dei separati in casa.
Non è passata ieri sera la proposta di Salvatore, che prevedeva la nascita di una segretaria collegiale, composta da nove persone, tra cui giovani e alcuni degli attuali consiglieri comunali, più qualche altro esponente dell’area dissidente. Cassata dunque l’ipotesi, pur formulata in un primo momento, di una segretarie a cinque più una figura di garanzia, e scartata più che mai una segreteria a tre. L’ipotesi a questo punto sul tavolo è quella di un mini direttivo da far entrare in funzione nel momento in cui il partito dovrà iniziare a fare le tessere per il nuovo congresso. “Servono vere consultazioni, non come quelle fatte in questi ultimi giorni”, ha dichiarato un dissidente. “Mi batterò affinchè il partito capisca che deve passare nelle mani di giovani entusiasti”, ha detto Salvatore a Cityrumors. Tutto rimandato a settembre, comunque.