Valle Castellana, nel cuore dell’Appennino abruzzese, sulle pendici settentrionali dei Monti della Laga, immerso nei grandi e lussureggianti boschi, in piena armonia con la natura circostante. Leggendo quanto scritto sul sito ufficiale del Comune, viene in mente un angolo di paradiso, sovrastato dalla imponenza delle montagne e accarezzato dal verde incontaminato.
In realtà, sembra quasi che qualcuno si sia dimenticato di questo affascinante paesino a due passi da Ascoli Piceno e così distante dal capoluogo teramano. Le istituzioni, in primis, alle quali è rivolta la lettera aperta scritta dal capogruppo comunale di maggioranza, Italo De Remigis.
“Sono diverse le situazioni di disagio che negli ultimi anni il territorio sta vivendo” spiega De Remigis. E si rivolge anzitutto all’Ente Parco Monti della Laga. “Quando nel 1992 il Parco è stato costituito molte erano le promesse fatte ai cittadini: lo sviluppo, i posti di lavoro, il rilancio dell’economia. Non è cosi! Nessuno si preoccupa della sentieristica di Valle Castellana, delle infrastrutture, del turismo, del problema spopolamento e del lavoro. I pochi turisti che si recano da queste parti ammirano i paesaggi e i luoghi incontaminati, ma si lamentano puntualmente delle cattive condizioni in cui versano. Il Parco dovrebbe dimostrare con i fatti quanto tiene a questa montagna. Le manifestazioni vanno portate anche in questi luoghi per dare visibilità, aiutarli e soprattutto per evitare lo spopolamento di massa che sta avvenendo da moltissimi anni. Auspichiamo una presa di posizione da parte del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga”.
E poi la Provincia di Teramo. “A causa della mancanza di investimenti, di manutenzione e di forza lavoro sulle strade, la viabilità versa in uno stato pietoso. Chiediamo al presidente Valter Catarra di verificare personalmente la situazione stradale in cui ci troviamo e di intervenire. Il turismo è fortemente scoraggiato a raggiungere questi splendidi luoghi e di conseguenza l’economia locale perde colpi di giorno in giorno. È mai possibile che le attività commerciali del luogo debbano pagare le stesse tasse che pagano gli esercizi della zona costiera? Noi pensiamo di no, perché sulla costa i flussi turistici sono maggiori e gli investimenti delle istituzioni anche. La nostra non è assolutamente una lettera accusatoria ma semplicemente una presa di posizione sull’attuale situazione di disagio in cui stiamo vivendo. Siccome teniamo davvero alla montagna, faremo tutto il possibile per far sentire la nostra voce a chi di dovere”.