Roseto degli Abruzzi. “Eva non è sola” e non lo dovrà essere mai più. Prendendo spunto dalla raccolta curata dall’autrice rosetana Lorena Marcelli, il Consiglio comunale di Roseto degli Abruzzi, esaminerà nella seduta in programma oggi (29 novembre), alle 17,30, una delibera, presentata dalla consigliera Emanuela Ferretti e dall’assessore ai Servizi sociali, Luciana Di Bartolomeo.
La proposta è di acquistare – a titolo privato – una copia del libro da parte di ogni componente dell’assise civica (16 consiglieri, 5 assessori e il sindaco) i cui proventi andranno a finanziare i centri antiviolenza di Teramo, Centro provinciale antiviolenza Donne La Fenice, Pescara, Associazione Ananke, e L’Aquila.
Non solo, il Consiglio comunale di Roseto invita gli altri 304 Comuni dell’Abruzzo di adottare un provvedimento simile in modo da finanziare in maniera consistente i centri che si occupano di questo terribile problema.
“Eva non è sola” è stato presentato venerdì 25, nella sala consiliare del Comune di Roseto degli Abruzzi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’iniziativa fa parte di un progetto presentato dall’associazione Consumo futuro.
L’antologia “Eva non è sola”, già in vendita in formato e-book su Amazon, è ora disponibile anche in versione cartacea. Il volume accoglie gli interventi di 30 autori (23 racconti e 7 poesie), coordinati da Lorena Marcelli. La prefazione è di Sabrina Grementieri.
Al progetto hanno partecipato altri artisti, tra cui il fotografo Cristian Palmieri. Tra gli autori abruzzesi, oltre all’ideatrice e promotrice del progetto, Lorena Marcelli, ci sono Maria Pia Di Nicola, Andreina Moretti e Maria Adelaide Rubini di Roseto; Vittorio Verducci e Carlo Porrini di Notaresco; Roberta Andres di Pescara; Simona Colaiuda dell’Aquila.
“Sono particolarmente orgoglioso di questa delibera”, spiega il sindaco Sabatino Di Girolamo, “come primo cittadino, come amministratore e soprattutto come padre, sono convinto che iniziative come queste siano in grado di scuotere le coscienze di noi uomini affinché il cancro della violenza contro le donne sia estirpato dalla nostra società.
E’ una battaglia culturale che dobbiamo fare per rispetto del mondo femminile e per consentire alle nostre figlie e ai nostri figli di vivere in un mondo più civile”.