Ha avuto una grande partecipazione di pubblico l’iniziativa “Le ragioni del No, l’alternativa per l’Abruzzo e per l’Italia” organizzata dal direttivo provinciale di Teramo di Fratelli d’Italia – AN che si è tenuta ieri all’Hotel Abruzzi, cui ha partecipato l’onorevole Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera dei Deputati di Fratelli d’Italia – AN.
Al centro del dibattito l’analisi dei contenuti della riforma Boschi-Renzi, della contrarietà del partito di Giorgia Meloni e delle controproposte. L’occasione è stata propizia anche per fare il punto sulla situazione politica locale e nazionale.
Ad introdurre i lavori è stato Fabrizio Fornaciari, portavoce provinciale del partito in qualità di moderatore. A seguire hanno portato i loro saluti Ignazio Malara, portavoce comunale del movimento “Noi con Salvini”, Désirée Del Giovine, portavoce provinciale del movimento “Conservatori e Riformisti” di Fitto e Vincent Fanini, coordinatore provinciale di Forza Italia.
“Per noi la Costituzione va modificata”, ha detto Rampelli ricordando come nel 2006 il centrodestra avesse già prodotto una riforma considerata “molto più efficace ed ordinata del pasticcio Boschi-Renzi”.
“Abbiamo anche dato il nostro contributo in senso propositivo”, ha aggiunto il parlamentare, “ma il centrosinistra non ha accolto nessuna nostra istanza. La riforma non supera il bicameralismo perfetto, crea un ‘Senato federale’ di nominati dai consigli regionali che toglie il diritto di voto ai cittadini e non garantisce la governabilità. Il maggior inganno voluto da Renzi è proprio questo – continua Rampelli – in caso di vittoria del centrodestra infatti si avrebbe un Senato a maggioranza PD ed una Camera dei Deputati guidata da uno schieramento opposto che comporterà la paralisi legislativa”
Per il deputato gli altri aspetti negativi riguardano l’accentramento delle competenze dalle Regioni allo Stato su materie delicate come energia, ambiente ed infrastrutture. Mentre le proposte di Fratelli d’Italia sono il tetto al 35% sulla tassazione, l’elezione diretta del Capo del Governo, più poteri e deleghe ai sindaci per consentire loro di amministrare, l’abrogazione dell’art. 75 della Costituzione che impedisce ai cittadini italiani di esprimersi, con referendum, sui trattati internazionali.