“Qualcuno deve iniziare. Nel 2009 ho scelto di candidarmi con l’Italia dei Valori, partito di cui, per anni, ho condiviso gli ideali e le battaglie. L’ho fatto con una logica, quella di dare il mio piccolissimo contributo alla giunta di centro-sinistra (pensate, soltanto 26 voti), sperando di poter contribuire a svecchiare la politica locale, perché la politica è la mia passione, perché la politica l’ho “studiata” all’università (credetemi, quella teorica e diversissima da quella reale). Ho convinto un mio caro amico, anche lui molto attivo e di ideali simili ai miei, ad entrare nel partito dell’Idv. Insieme abbiamo convinto i nostri amici a votarci, a votare un candidato ed una coalizione, quella di centro-sinistra, con un programma di stampo progressista, perché io, il mio amico ed i nostri amici (ed elettori) siamo progressisti, perché crediamo in una idea di sinistra, ma anche di centro-sinistra progressista, che sappia guardare altrove, riuscendo ad essere alternativo al modello della politica nazionale dei responsabili, dei rimpasti, delle compravendite e dei ribaltoni.
La coalizione era quella di centro-sinistra, che andava dall’ala più moderata del Pd ai Comunisti italiani. Alcune parti di quella coalizione non ci sono più. A due anni di distanza le cose sono cambiate, profondamente. Ora c’è Cameli, ora c’è Di Carlo (ex vicesindaco di Giulianova del centro-destra) eletto in appoggio ad un altro candidato sindaco, che a sua volta potrebbe appoggiare la maggioranza. Il problema non riguarda le persone naturalmente, il problema è politico. In campagna elettorale, legittimamente e comprensibilmente, hanno criticato il programma presentato dalla coalizione di centro-sinistra ma adesso appoggiano la giunta. Che abbiano cambiato idea? E’ legittimo.
Il problema è un altro, almeno per me. In questi giorni ho parlato con i miei manzoniani “quattro elettori” (sono talmente pochi che li ho sentiti quasi tutti), ma anche con altre persone che hanno votato il centro-sinistra. Noto smarrimento ed imbarazzo, lo stesso che provo io, sia da candidato al consiglio comunale, sia da elettore. Spesso mi sono sentito dire: “Hai visto?”, “Ma come è possibile?”. Dagli amici più stretti, con la schiettezza che contraddistingue un vero rapporto, anche: “Se lo avessi saputo prima, forse non ti avrei votato”.
Ecco, al mio amico candidato in lista con me, ai suoi elettori (molti dei quali sono miei amici) ed allo stesso modo agli amici che ho convinto a votarmi, come candidato di quella coalizione politica
CHIEDO SCUSA
Chiedo scusa, perché vedo che larga parte di loro (vi ricordo che in totale sono pochi) non riesce a comprendere le ultime scelte politiche e perché due anni fa ci siamo detti cose diverse, che configuravano una idea diversa, lontana dalla evoluzione odierna, che loro non avrebbero mai avallato. Sappiano che la mia idea resta diversa ed è quella che tanto assomiglia alla loro”.
Paolo Angelini