Interrogato sul “caso Bellante”, Mascitelli ha annunciato la convocazione di un coordinamento regionale allargato a tutti gli eletti, che si terrà domani mattina proprio per cercare di chiarire una volta per tutte il rapporto con il Pd, messo alla prova nel corso delle ultime elezioni amministrative. Presente accanto al senatore anche Ennio Chiavetta, rappresentante IdV proprio in seno al nuovo consiglio comunale di Bellante, che, a pochi giorni dalle elezioni, rischia già di crollare. La rottura tra i due partiti è infatti arrivata dopo alcuni giorni di trattativa. Secondo gli accordi presi al momento in cui rientrò nella maggioranza Chiavetta, che alla fine di marzo pose la sua candidatura a sindaco, all’Idv sarebbe spettato il posto di vice sindaco. Cosa non avvenuta, in quanto il neo primo cittadino Mario Di Pietro ha sbarrato le porte per la carica al “collega” dell’Idv.
Durissima la reazione dei vertici regionali dell’Italia dei Valori, fra cui, appunto, Alfonso Mascitelli, che parla di “caso emblematico”. “Avevamo dato un grande significato a queste elezioni” è il commento del senatore, “perché crediamo nel progetto di riconquistare un Abruzzo martoriato dalla politica inconcludente di Gianni Chiodi. Se, però, il Partito Democratico non capisce questo anche nel caso di elezioni comunali, evidentemente i tempi non sono ancora maturi. Insieme ad Augusto Di Stanislao prenderemo provvedimenti, il che potrebbe anche significare sospendere le alleanze con il Pd”.
Dello stesso avviso Cesare D’Alessandro, che si impone sostenendo che “l’IdV non può essere considerato il “bollino blu” di qualità da avere accanto a sé in campagna elettorale per poi essere scaricati il giorno dopo l’elezione. Ognuno deve assumersi le sue responsabilità”. D’Alessandro definisce anacronistico l’atteggiamento del neo sindaco Di Pietro, sostenendo che i campanilismi non pagano in politica, sebbene si dichiari comunque fiducioso nella possibilità di rintracciare un dialogo con il partito.
“I cittadini abruzzesi” ha concluso Mascitelli “sono esasperati dal fatto che i problemi non sono più considerati con il giusto peso. Non è una questione di poltrone. Vogliamo soltanto essere protagonisti convinti del processo di ricostruzione del centrosinistra, per troppi anni diviso. Non voglio che la nostra coerenza venga confusa con debolezza. E appunto per questo non possiamo raccogliere voti e poi finire alla porta”.