Teramo. La biblioteca provinciale è al tracollo. Dopo anni di denunce per far fronte ai numerosi problemi rimasti irrisolti, nonostante l’alternanza delle Giunte provinciali, i nodi sono venuti al pettine.
È la conclusione a cui giunge FP CGIL Teramo, che elenca i problemi a cui la biblioteca non sarebbe più in grado di far fronte. Primo fra tutti la carenza di personale. “A giugno 2009” spiega meglio la sigla sindacale “operavano 35 unità (compresi i 14 lavoratori della cooperativa), alla fine del 2010 si è arrivati a 21, a fine giugno 2011 saranno in 14 di cui 2 part time a 20 ore settimanali e 5 con serie invalidità. La carenza costringe il personale a turni e mansioni fuori dalle norme, ma è una responsabilità che i dipendenti si assumono da tempo con spirito di abnegazione e sacrificio”.
La situazione sarebbe critica, al punto da non riuscire a coprire il servizio dei fondi antichi e la sezione ragazzi: per questo motivo sarebbe stato chiesto di attivare il sistema di video sorveglianza per impedire furti e danni, “ma da anni” precisa la Cgil “si attende una risposta. I problemi finanziari sono tali da ostacolare la gestione ordinaria della Biblioteca: non ci sono soldi per gli abbonamenti e per le collezioni. Per intendersi, ad oggi, sono scaduti e non rinnovati gli abbonamenti a quotidiani come il Corriere della Sera e Il Mattino di Napoli. Tutto questo avviene nella disattenzione generale. Un’altra eccellenza teramana che rischia di morire?”.
A sostegno della tesi secondo cui la Biblioteca provinciale è un bene pubblico teramano irrinunciabile, il sindacato porta alcuni dati encomiabili: oltre 100.000 presenze ogni anno, diverse centinaia di persone ogni giorno, tutte le fasce di età rappresentate con larghissima presenza di persone adulte e anziani. “Le statistiche dell’anno 2010 registrano dati importanti ed esaltanti” continua la Cgil: “il 17% degli utenti viene da fuori provincia e addirittura il 5% da fuori regione. Nell’ambito del servizio bibliotecario regionale è punto di eccellenza. Nell’Italia centro meridionale non ci sono esempi di pari grado: rarità che il territorio teramano e abruzzese è in grado di offrire per quantità di materiali e per funzioni di servizio. E’ una struttura, quindi, che si muove a 360° dal punto di vista dell’utente e che è punto di riferimento e di aggregazione non solo della provincia teramana. A fronte di un servizio che ha queste caratteristiche, nulla si muove”.
Per questo motivo, la FP Cgil di Teramo invierà una richiesta di incontro urgentissimo al presidente Valter Catarra e all’assessore Di Michele per trovare, intanto, soluzioni minimali e sufficienti.
“In attesa di ciò” conclude la sigla “e nell’impossibilità di garantire l’attuale orario di apertura – 48 ore settimanali compreso il sabato mattina – si è costretti a chiedere l’accorpamento dei turni a due rientri pomeridiani settimanali e assicurare solo 36 ore settimanali”.