“Il sindaco sta mettendo a serio rischio le sorti della Team ed i posti di lavoro” tuona la prima “non preoccupandosi minimamente delle vicende che stanno interessando la Team ed il suo socio privato l‘Enerambiente”. Ed è la stessa consigliera a ricordare che lo scorso 10 marzo “l’Enerambiente, che ha trasferito la suo sede legale da Venezia a Napoli, è stata messa in liquidazione ed il suo legale rappresentante Stefano Gavioli, nominato liquidatore ha chiesto al Tribunale di Napoli, l’ammissione della società alla procedura di Concordato preventivo con cessione dei beni ai creditori. In sintesi la socia della Team, titolare di una serie di posizione debitorie, tanto di aver fatto ricorso ad una procedura concorsuale, non esiste più. Il legale rappresentate della Team Gavioli ha avuto rapporti con organizzazioni criminose tanto da essere stato annotato nel certificato antimafia richiesto dal sindaco”. E i problemi della società a capitale misto, che a Teramo si occupa, tra l’altro, di smaltimento dei rifiuti, sembrano essere anche economici, a detto di Manola Di Pasquale. “Da qualche giorno la Team ha approvato il suo bilancio che chiude con una passività di circa 300mila euro: l’organizzazione del porta a porta è fallimentare e se non verrà riorganizzato per mezzi e personale quanto prima, porterà la società Team ad un dissesto economico. La Team ha circa 15 unità lavorative sopra il necessario che ha un costo annuo di circa 600mila euro. Il debito che la Team ha con l’erario di 3milioni e mezzo di euro, che dovrà prima o poi essere pagato, costa alla città di interessi ogni anno circa 150mila euro”. Inoltre, “l’affidamento diretto dei servizi locali non è a norma e, se non regolarizzato, porterà allo scioglimento obbligatorio della società entro il 31dicembre prossimo. Tutto questo determinerà ad un nuovo aumento della Tia e la perdita dei posti di lavoro: siamo preoccupati della indifferenza del sindaco Brucchi”.
E la replica del sindaco, appunto, non tarda ad arrivare. “Ancora una volta” scrive Brucchi in una nota “il presidente regionale del Pd torna ad interessarsi delle questioni legate alla TeAm rappresentando situazioni non veritiere che hanno, quale unico effetto, quello di mandare nel panico i tanti lavoratori dell’azienda, i quali devono avere un’unica certezza: che non è a rischio il loro posto di lavoro, grazie all’intensa attività che io e la mia maggioranza stiamo portando avanti, nonostante i continui attacchi strumentali che alcuni esponenti della minoranza, continuano a sostenere danneggiando la TeAm e di conseguenza il Comune e i cittadini teramani.
Ho già attivato da tempo la procedura istituzionalmente prevista per definire la situazione del socio privato della TeAm che proprio in questi giorni è in città per chiarire la posizione soggettiva di Enerambiente. Sulle altre affermazioni formulate dalla Di Pasquale, destituite di ogni fondamento e forvianti, non ritengo il caso di replicare tenuto conto della loro approssimazione e dell’ostinazione con la quale la stessa consigliera comunale continua ad interpretare normative di settore che manifesta di non avere del tutto compreso. Faccio appello alla sensibilità che hanno già dimostrato gli altri consiglieri di opposizione, per sollecitare il loro impegno verso una causa comune che è quella di conservare una Società che ha dimostrato nel corso degli anni, di svolgere in modo egregio i compiti che le sono stati affidati. Mi piace ricordare, però, che il debito con l’erario che oggi ammonta a circa 3milioni e mezzo di euro, fa riferimento ad aiuti di Stato ricevuti dalla TeAm all’epoca in cui ad amministrare c’erano gli amici di Manola Di Pasquale. Nello stesso periodo la TeAm ripartì ai soci circa 2milioni e 400mila euro. Un atteggiamento più oculato avrebbe dovuto far scegliere di accantonare il denaro per pagare l’erario. Il centro destra da quando amministra, invece, non ha mai ridistribuito alcun utile. Mi aspetto che la stessa attenzione che la Di Pasquale dedica alla TeAm venga dalla stessa rivolta al Cirsu e alla Sogesa, dimostrazione di una politica nefasta, attuata dal centro sinistra verso il sistema dei rifiuti dei Comuni da questo amministrato”.