Teramo. Sviluppo, diritti, democrazia, lotta alla precarietà, pensioni dignitose, contrattazione, futuro, sanità pubblica, salario. In una parola sola, Lavoro. Sono tanti i motivi per cui la Cgil ha deciso di chiamare a raccolta i lavoratori, i precari, gli studenti, i cassaintegrati, invitandoli a scendere in piazza e ad unirsi al corteo che partirà venerdì 6 maggio alle ore 9 da piazza Madonna delle Grazie.
Uno sciopero generale di 8 ore per dire basta ad una situazione in continuo e lento peggioramento, che non lascia più spazio alle speranze delle giovani generazioni, nonostante c’è chi parla di “timida ripresa”. “Talmente timida” commenta il segretario provinciale della Cgil Giampaolo Di Odoardo “che si vergogna anche di farsi vedere”. Una cosa è certa: il 28,3 per cento delle famiglie teramane vive sotto la soglia di povertà, mentre il 77,3 per cento dei pensionati vive con meno di 750 euro al mese. “Si parla tanto di giovani” aggiunge Di Odoardo “che vivono un continuo presente, sono senza futuro. Viviamo ormai in un supermercato della precarietà”. L’intento, dunque, è quello di promuovere una raccolta firme per portare all’attenzione del Parlamento una legge di iniziativa popolare che elimini le norme sulla precarietà. “Questo” spiega ancora il sindacalista “non significa eliminare la flessibilità e la stagionalità, ma stiamo parlando di una generazione senza diritti. Probabilmente molti precari venerdì non saranno nemmeno in piazza per paura di ritorsioni lavorative”. Quali soluzioni, dunque, propone la Cgil? “Anzitutto basta con i fondi Fas a pioggia, diamoli alle imprese per consentire ai lavoratori di uscire dalla cassa integrazione. Di proposte negli anni ne sono state fatte tante, ma nulla è cambiato e, quindi, è ora di tornare in piazza. Non accetto lezioni da parte di chi prende 1500 di pensione al mese e pretende di parlare di e con coloro che ne prendono 700”. Per tutto questo si scenderà in piazza venerdì. Anche per dire basta ai licenziamenti “camuffati”. “Solo nell’ultimo anno” spiega Di Odoardo “mi sono arrivate circa 220 lettere di dimissioni in bianco e già firmate. Molti datori di lavoro, infatti, fanno firmare al dipendente dei fogli in bianco, che poi vengono compilati e fatti passare per dimissioni spontanee. Con la conseguenza che non solo il soggetto in questione viene licenziato, ma non ha diritto nemmeno agli ammortizzatori sociali, perché si tratta di allontanamento volontario”. Ma c’è ancora un altro dramma nel dramma: quello degli infortuni sul lavoro. Dai dati Inail emerge che il 33,8 per cento degli infortuni che si sono verificati nel 2010 riguardano giovani sotto i 30 anni. “Il problema è che la professionalità non si può imparare nel giro di due o tre mesi e per questo capita che queste persone, non conoscendo il gergo, non avendo la gestualità, finiscono spesso per farsi molto male”.
Venerdì la Cgil tornerà in piazza, che tornerà ad essere il simbolo della rivendicazione dei diritti. Per mettere un freno ad un tasso di disoccupazione che nella provincia di Teramo sfiora il 12 per cento, per dire no alla rassegnazione e dare un segnale forte alle istituzioni.
Il corteo partirà alle ore 9 da piazza Madonna delle Grazie e si sposterà in piazza Martiri della Libertà, per concludersi con un comizio finale.