Teramo. Festa della Liberazione, il giorno dopo. Il Circolo e la Federazione di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista condannano in una nota la gestione dell’ordine pubblico in occasione delle celebrazioni ufficiali tenutesi a Teramo per la festa del 25 aprile.
“Ancora una volta” dichiarano “la folta presenza di giovani antifascisti alle commemorazioni organizzate dalle istituzioni è stata sopportata con fastidio tanto che, per due volte, gli uomini della questura hanno ritenuto legittimo tentare di allontanare e tenere alla massima distanza possibile i ragazzi che, ovviamente, si sono, con successo, rifiutati. Lo stesso fastidio deve aver suscitato lo striscione in ricordo dell’attualità della lotta di liberazione, che è stato oggetto di un tentativo di sequestro preventivo in Largo Madonna delle Grazie”. Dopo aver ascoltato in viale Mazzini le parole del presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani, i ragazzi si sono allontanati in segno di protesta per rendere omaggio, davanti la Villa Comunale e prima dell’arrivo della delegazione delle istituzioni, ai combattenti della Resistenza Mario Capuani ed Alberto Pepe.
“Evidentemente” si legge ancora nella nota “i gestori dell’ordine pubblico ritengono che la partecipazione dei giovani alla vita pubblica e democratica sia motivo di preoccupazione tanto da cercare di fargli cambiare idea e che, sia molto più comodo, per il controllo sociale, avere dei giovani isolati, sfiduciati e racchiusi in se stessi”.
Rifondazione Comunista, nel ribadire la condanna per il comportamento di ieri delle forze dell’ordine, coglie l’occasione per ringraziare i giovani antifascisti anche per aver ricordato che “Bella ciao” è la canzone tradizionale che ricorda la lotta partigiana, “fatto che deve essere sfuggito al comitato organizzatore delle celebrazioni, che si è ben guardato dal farla eseguire alla banda musicale che ha accompagnato il corteo. Evidentemente, molti dei rappresentanti delle istituzioni subiscono le celebrazioni della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, di cui farebbero volentieri a meno”.