“La regione” si legge nella nota congiunta “con il suo direttore generale dell’Asl di Teramo e il suo plotone di esecuzione di assessori teramani nella giunta ha un solo chiodo fisso: la penalizzazione dell’ospedale di Atri. Se ne sono accorti tutti: gli operatori, i cittadini, i partiti, i sindacati, gli utenti, il sindaco di Pineto, tranne il sindaco di Atri e la sua giunta”. Un primo cittadino che sembra essere rimasto indifferente alla chiusura di reparti come gastroenterologia, medicina nucleare, psichiatria, oltre all’Utic.
“Con il pretesto che non si possono nominare i primari” aggiungono “mentre a Pescara se ne assumono di grandi, a noi si toglie l’Utic, che aveva il primario, la si lascia a Giulianova che il primario non lo aveva, mettendoci la lungodegenza, che non esisteva come unità complessa e che, quindi, non poteva avere il primario. Sono state annunciate nuove dotazioni, alcune delle quali, però, già assicurate da molto tempo: ve la ricordate la TAC modernissima promessa da Venturoni? Mai arrivata. Fino a quando questi provvedimenti non sono negli atti, è come parlare del nulla. Bene, purtroppo, negli atti non c’è niente di tutto questo. Respingiamo fermamente l’accusa di fare allarmismi. Non abbiamo mai detto che l’ospedale non funziona per fare cattiva pubblicità. Abbiamo solo detto che siccome è una grande risorsa, che continua a funzionare solo grazie alla professionalità e all’abnegazione di tutti gli operatori, deve continuare a esserlo. Anzi deve recuperare terreno e tornare alla funzionalità di un tempo, quando era punto di riferimento per la sanità del centro Italia. Tutto questo, il recente atto non lo consente. Tutt’altro. Ve lo immaginate un ospedale per acuti senza l’Utic, che si vuole resti a Giulianova solo per geopolitica e senza ragioni plausibili? Contro ogni regola, prima di tutto di buonsenso, nonché economica oltre che sanitaria?”
I consiglieri comunali di opposizione hanno chiesto sin dal 21 febbraio scorso, la convocazione di un Consiglio comunale e la valutazione di un ricorso al Tar.
“E’ trascorso il termine di venti giorni imposto dal regolamento comunale e dalla legge e il sindaco non ha convocato il consiglio, non solo violando la legalità ed in spregio dei diritti dell’opposizione, ma anche sfuggendo con pavida arroganza politica al confronto su un tema di vitale importanza come quello dell’ospedale. Si tratta di un fatto di inaudita gravità, che lede, ancora una volta, il diritto all’informazione del cittadino. E allora signor sindaco noi le diciamo che se è vero, come è vero, che il piano contiene quei tagli che mettono in pericolo il nostro ospedale, mentre lei continua a negare senza reagire, lei, tacendo, e impedendo la seduta del Consiglio comunale, si sta rendendo politicamente complice dei nemici di atri e deve dimettersi. Da parte nostra continueremo a svolgere l’opera che ci compete di vigilanza, di informazione e di lotta, chiamando a raccolta tutti quelli di buona volontà, al di là delle appartenenze, per tutelare i diritti e gli interessi di atri e di tutta la comunità territoriale che gravita attorno al presidio ed alla quale il presidio appartiene”.