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Alluvione nel Teramano, aziende in ginocchio: le proposte di Confindustria

Teramo. Le aziende della provincia teramana vivono una situazione drammatica a seguito dell’alluvione che ha colpito l’intero territorio la scorsa settimana. E mentre giunge la notizia dell’approvazione, da parte del Governo, dello stato di calamità naturale, il presidente di Confindustria Salvatore Di Paolo lancia un appello alle istituzioni locali, affinché si affronti, seriamente, il momento della ripresa.

“E’ una regione in continua emergenza” ha detto Di Paolo. “Proprio ora che si notavano i primi segnali di rilancio dalla pesante crisi economica, l’alluvione ha messo in ginocchio il mondo imprenditoriale”.
Confindustria ha, dunque, avviato un’approfondita ricognizione tra gli associati per una verifica dei danni. “Molte aziende” ha aggiunto “hanno subito pesanti allagamenti nei locali produttivi e negli uffici amministrativi. Molte di queste hanno dovuto sospendere la produzione, perché gli impianti sono allagati o infangati. Per questo ci facciamo promotori di una proposta che dia un po’ di respiro”.
E la proposta prevede un contributo fino al 75% del danno per riparazioni e rottamazioni per le imprese che hanno avuto danneggiamenti agli impianti e alle strutture. Lo stesso contributo si chiede che venga riconosciuto anche per i danni ai beni mobili. E, ancora, un contributo non inferiore al 30% del danno per le imprese che hanno subito perdite di materie prime o prodotti finiti. La sospensione del versamento dei contributi previdenziali per un periodo massimo di sei mesi e con possibilità di pagamento successivo in forma rateale e la sospensione dei mutui per almeno dodici mesi.  Infine, finanziamenti straordinari da parte del sistema creditizio, eventualmente garantiti anche dai Consorzi Fidi, da destinare alle imprese allo scopo di sostenere le spese per far fronte ai danni. “Naturalmente” ha continuato Di Paolo “è necessario evitare che ci siano abusi da parte dei furbetti del quartiere, mettendo in campo azioni di controllo efficaci. Una parte l’abbiamo fatta, lo stato di calamità è stato riconosciuto dal Governo. Ora bisogna capire quanti soldi ci sono in ballo e le istituzioni devono fare fronte comune”.
Il presidente di Confindustria ha, infine, auspicato un maggiore controllo nella realizzazione delle infrastrutture: “chi le ha realizzate nella nostra provincia dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza. Mi piacerebbe conoscere il parere del geologo e del progettista della Teramo Mare”.