Per Ruffini “il sistema è da rivedere” perché il problema non sono gli uomini e i volontari della Protezione Civile come non lo sarebbero tutti quei Corpi dello Stato impegnati a far fronte alla drammatica emergenza ma la “governance” dell’emergenza.
“Il ruolo delle Prefetture e delle sale operative,il protocollo d’intervento; i Piani di emergenza, il fatto che oggi, anche alle luce delle numerose disposizioni emanate da Brunetta, è semplicemente impensabile che allerta, allarmi e disposizioni possano viaggiare via fax, magari fuori orario d’ufficio – ha aggiunto il consigliere del Pd – Tutte questioni che, fuori dalla polemica, non possono essere rinviate perché dal dramma si passa alla tragedia in un attimo e una comunicazione efficace, cui segua il montaggio di una transenna, può evitare un morto. Il dolore e la preoccupazione per il dramma non devono farci dimenticare che di emergenza in emergenza, soprattutto in Abruzzo, ci sono nodi che rimangono irrisolti, molti dei quali si intrecciano con il nodo più grande di tutti: l’organizzazione e la governance di pezzi di apparato pubblico la cui natura specifica è proprio quella di reagire con efficacia ed efficienza nelle situazioni critiche. Il dolore e la preoccupazione per il dramma, infine, non devono far apparire fuori luogo gli allarmi dei sindaci su questioni come finanziamenti, contributi, aiuti. Temiamo di essere lasciati soli: e dopo il terremoto, l’Abruzzo, non se lo può permettere”.