Mettono i puntini sulle i i consiglieri comunali di minoranza a Sant’Omero e lo fanno per controbattere all’attacco politico arrivato dall’assessore ai lavori pubblici, Adriano Di Battista.
” La scelta di votare contro alla riproduzione con variazioni al piano triennale delle opere pubbliche”, sottolinea il gruppo guidato da Alessandra Candelori, ” è data dal fatto che vi è inclusa la realizzazione di un’opera a cui da tempo la minoranza esprime parere negativo non ritenendola, alla luce di esigenze e problemi più urgenti sul territorio, prioritaria e di dubbio utilizzo: la realizzazione di una seconda sala polifunzionale a Sant’Omero.
Non potendo scindere le due argomentazioni, la minoranza ha riproposto il parere contrario all’intero atto ma, come riportato nel verbale, ha espresso parere favorevole al finanziamento per l’adeguamento e messa a norma della casa di riposo. La stessa partecipazione attiva della minoranza alla Commissione istituita per l’ospizio evidenzia tutta la volontà e l’interesse di tutelare la struttura e i suoi ospiti.
In passato la precedente amministrazione aveva anche essa fatto fronte con gli adempimenti necessari alle problematiche emerse.
E’ vergognoso il tentativo di strumentalizzare politicamente una esigenza sociale così importante come lo star bene degli anziani.
Per quanto concerne la realizzazione della sala polifunzionale“, prosegue la nota, ” la maggior parte dei cittadini è fortemente contraria alla sua realizzazione in quanto la struttura, tra l’altro, verrà edificata nell’area che fa parte del complesso della scuola primaria. Per tale realizzazione sono stati dirottati importi di mutui di opere pubbliche già erogati in anni precedenti, destinati ad es. alla realizzazione dei marciapiedi di Garrufo, o alla sistemazione della viabilità, o al completamento dell’area esterna alla Chiesa di Santa Maria a Vico. La minoranza attende che l’assessore Di Battista spieghi pubblicamente la necessità di tale realizzazione.
Ritenendo che non si possa in nessuno modo amministrare un paese senza tener conto di quelle che sono le esigenze della collettività, la minoranza alza la posta in gioco e chiede all’amministrazione un confronto pubblico o un “ referendum” .