Nereto. A proposito di atti consiliari. La polemica generata dal Movimento 5 Stelle, e nella fattispecie dal consigliere Fabiò Cini, che domenica scorsa non ha preso parte all’assise civica, lamentando un ritardo nella consegna della documentazione, incontra una replica, dettagliata, da parte del sindaco Giuliano Di Flavio.
Sindaco che parte da una premessa: gli atti sono stati consegnati nel rispetto delle normative e anzi con un giorno in anticipo rispetto al termine ultimo fissato dal regolamento comunale.
“Il Consiglio Comunale”, sottolinea il sindaco, ” è stato fatto precedere da un incontro di Commissione Consiliare (alla quale Cinì ha partecipato) che ha fatto ampia luce su quali operazioni di bilancio si sarebbe discusso nel Consiglio del 31 luglio. La trasmissione degli atti di un Consiglio non dipende solo ed esclusivamente dall’operato degli amministratori ma anche da operazioni tecniche (pareri, verifiche, pubblicazioni ecc…) che sono di competenza di altre figure e organi, che hanno bisogno di loro tempi (circostanze spiegate bene dal Sindaco al Consigliere del M5S in vari incontri).
Inoltre, gli altri Consiglieri Comunali di opposizione sono stati presenti al consiglio pur avendo avuto lo stesso tempo a disposizione per leggere gli atti. Da ultimo, voglio sottolineare che alcuni atti consiliari, soprattutto quelli legati al bilancio, sono di estrema complessità nella predisposizione iniziale e nella stesura per cui è giocoforza arrivare a ridosso della data del Consiglio; tuttavia, gli uffici e noi amministratori siamo sempre a disposizione per ogni chiarimento utile a capire la materia da discutere. Questo però non vuol dire che ogni volta ci si attacca agli atti arrivati in ritardo per esprimere giudizi e critiche o per non partecipare: compito del Consigliere Comunale è anche quello di sacrificare qualche nottata per studiare gli atti così come noi Amministratori siamo spesso chiamati a fare”.
Poi il sindaco specifica un altro concetto.
” Tra i consiglieri di maggioranza non ci sono “alza paletta” e sottolineo la caduta di stile del Consigliere nel definire suoi colleghi amministratori in questo modo,” chiosa Di Flavio, anzi tutti i consiglieri, a differenza di Cinì, rinunciano a ore di sonno, a ore di lavoro e a ore in famiglia per amministrare il paese e per studiare e predisporre gli atti necessari. Se il consigliere Cinì vuole studiare gli atti per una settimana o solo nelle ore a lui gradite ha sbagliato di tanto nel fare il consigliere comunale: i tempi dell’amministrazione sono altri e forse non sono i suoi tempi”.