A sentir parlare Rudy Di Stefano, ex assessore dell’attuale giunta, viene da chiedersi come mai, viste le sue dichiarazioni e la sua continua insofferenza verso quanto sta accadendo nell’amministrazione teramana, sia ancora nelle fila del gruppo di ispirazione gattiana “Futuro In”, di cui è stato uno dei fondatori, visto che lo stesso continua a mantenere in vita una coalizione che non avrebbe più ragione d’essere.
Per l’ex componente della Giunta, infatti, fattosi da parte alcuni mesi fa per consentire al sindaco di uscire da quell’impasse politica che lo ha costretto ad un rimpasto, dopo le puntualizzazioni fatte alla successiva maggioranza in cui invitava i consiglieri a provvedere subito all’aumento della capienza del canile con i 50 mila euro già impegnati e a mettere da parte le questioni riguardanti i consiglieri delegati dando priorità al regolamento dei comitati di quartiere, i nuovi attacchi che gli rivolgono alcuni consiglieri non sono affatto piaciuti.
“Trovo squallido”, scrive, infatti, Di Stefano, “che allo scopo di provare, inutilmente, a buttare fango sul mio operato, si va a denigrare anche un intero ufficio ed un Dirigente, che ricordo essere l’unico deputato a fare affidamenti e/o appalti di ogni genere (e non l’Assessore come si cerca di far intendere), che fino a prova contraria ha gestito in maniera ineccepibile ingenti somme di contributi per il Sisma, fondi P.I.S.U., contributi Europei, del Governo, Regionali con la massima trasparenza e serietà per quanto mi risulta, e soprattutto nel pieno rispetto del principio di rotazione. Spero su questo voglia fare chiarezza il sindaco, essendo lo stesso Dirigente nominato con atto sindacale, in qualità di responsabile politico se mai fossero vere le corbellerie di alcuni”.
E dopo essersi tolto il sassolino dalla scarpa, torna a riproporre alcune delle opere alle quali aveva lavorato durante il suo periodo in Giunta che a quanto pare sono state accantonate. A partire dalla valorizzazione patrimonio immobiliare, del regolamento di polizia rurale dei 650 mila euro dei canoni rinegoziati delle antenne di telefonia mobile, vincolati dalla Giunta per le manutenzioni, dei soldi impegnati e non utilizzati per la realizzazione dello sportello anagrafe a Villa Vomano e della chiusura definitiva della discarica La Torre.
E proprio in relazione a questi temi lancia un appello ai suoi compagni di Futuro In, invitandoli a non partecipare ad “inutili tavoli politici”, invitandoli a prendere le distanze “da una maggioranza che da tempo ha smesso di occuparsi dei problemi della città ed è ben lontana da quelli che sono i valori ed i principi che da sempre hanno contraddistinto l’azione politica del nostro gruppo”.
“Sono fiducioso”, continua Di Stefano, “sul fatto che Futuro In potrà prendere atto che la propria storia, i propri valori, e la carica innovativa per la quale quasi seimila teramani ci hanno dato fiducia, non possono e non devono essere barattati, svenduti e calpestati in nome di una ‘responsabilità di coalizione’ che rischierebbe di diventare accanimento terapeutico”.
Un ultimatum che potrebbe preannunciare un’uscita definitiva dal gruppo o un ennesimo tentativo di allontanarsi dall’attuale maggioranza, che però Futuro In continua a mantenere in vita, in modo da potersi ripresentare con il viso pulito alle prossime elezioni come alternativa al fallimento dell’attuale amministrazione?