Teramo. E’ impossibile oggi pensare di programmare la crescita e lo sviluppo di una città, senza una pianificazione strategica. Partendo da questa premessa, il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi ha presentato questa mattina, nella Sala Consiliare del Comune, il convegno “Teramo nel nuovo Abruzzo. Strategie, obiettivi e partnership per lo sviluppo del territorio”, in programma domani, alle ore 17 al Parco della Scienza.
Un momento di riflessione sulla Teramo che è stata e su quella che verrà, arricchito dai contributi che verranno dagli interventi dello stesso primo cittadino (“La pianificazione strategica della città di Teramo”) e del professor Maurizio Carta, docente e assessore alla pianificazione strategica al Comune di Palermo (“Politiche culturali e strategie per lo sviluppo”). Le conclusioni saranno affidate al presidente della Regione Gianni Chiodi, che traccerà una sorta di resoconto “Dal risanamento allo sviluppo dell’Abruzzo”. In occasione del convegno, inoltre, l’assessore comunale al Turismo Giorgio D’Ignazio presenterà anche presentato il libro “Teramo. Una storia da vivere”.
“Parlare di pianificazione strategica non significa raccontare chiacchiere” ha detto Brucchi, reduce da un convegno svoltosi a Cagliari la scorsa settimana e avente come tema proprio i piani strategici per le città del Mezzogiorno, “ma in realtà non è così. Le idee vengono portate avanti, dopo un’importante fase di ascolto durata due anni. Dal 2007 è cominciata la fase di progettazione”.
E domani saranno annunciate importanti novità relative al futuro della città da qui al 2020. “Teramo sa bene dove vuole andare” aggiunge il primo cittadino “ha la sua bussola ed ha le idee chiare su traffico, ambiente, welfare e cultura. Tutto questo era nel piano strategico e tutto questo stiamo portando avanti. I piani strategici poi hanno senso se sono in grado di superare le barriere politiche, nel caso in cui si passi, da esempio, da un sindaco di centro destra ad uno di centro sinistra”.
Le buone idee e le intuizioni positive, d’altra parte, se tali si rivelano, non possono avere colore politico.