Lo hanno dichiarato, in una nota congiunta, il Comitato San Liberatore non si tocca e il sindaco di Atri Gabriele Astolfi, precisando che “la volontà popolare si è espressa contrariamente a queste decisioni, con le 16mila firme raccolte dal nostro comitato nel tentativo di salvaguardare il punto nascita atriano e con tutte le altre raccolte firme nel territorio regionale, ma la politica regionale non ha mai neanche voluto aprire un confronto sul tema evitando sempre di venire in Atri per spiegare le scelte che stavano adottando e per far conoscere ai cittadini la programmazione e le prospettive future di sviluppo del nostro nosocomio; la volontà popolare si sta esprimendo anche tramite l’operato attuale di parte del Consiglio Regionale, che nell’ultima assise ha visto per la seconda volta (dopo l’episodio della risoluzione dei punti nascita) la maggioranza sconfitta su un documento presentato dalle opposizioni”.
Il nostro Comitato presente anche in quest’ultimo Consiglio Regionale, assieme al Sindaco Astolfi, “uniti in questa battaglia a tutela del Presidio Ospedaliero atriano e della sanità pubblica abruzzese in generale, ancora una volta per ribadire le problematiche che si alimenterebbero con la riorganizzazione sanitaria che sta portando a compimento la giunta D’Alfonso. Ancora una volta la maggioranza si è dimostrata spaccata tra voti favorevoli al documento della minoranza e assenze più o meno giustificate, a riprova che la volontà popolare viaggia in senso inverso a quella della Giunta Regionale. L’assenza del Presidente della Regione e Commisario ad Acta per la Sanità D’Alfonso è vergognosa perché questo appuntamento in Consiglio Regionale era più importante di qualsiasi altro impegno in quanto si sarebbe dovuto decidere il futuro della sanità degli abruzzesi. Cosi come rimaniamo senza parole dal cambio di atteggiamento del nostro referente politico territoriale di maggioranza Monticelli che si è allineato anche sulla sanità alla scriteriata politica della sua maggioranza, forse dimenticando che l’Ospedale di Atri suo cavallo di battaglia in campagna elettorale è stato fortemente penalizzato da tagli”.
Dopo due anni di battaglie portate avanti spesso di pari passo, il sindaco Astolfi ha deciso di aderire anche formalmente al Comitato “ Il San Liberatore non si tocca”, per unire le forze e rendere più concreta la lotta per salvaguardare il ‘nostro’ Presidio Ospedaliero. In merito all’ultimo Consiglio Regionale sulla sanità e al Piano di riordino sanitario ha dichiarato: “Continueremo a lottare con forza contro quest’assurda politica sanitaria regionale che sta portando avanti il Pd che ridimensiona e declassa oltremodo il nostro glorioso ospedale; non sono assolutamente d’accordo con questo piano di riordino sanitario che si sta cercando di imporre nonostante la volontà popolare, nonostante la mancanza di numeri in Consiglio e che ritengo non migliori l’offerta sanitaria ma che anzi rischia di creare disagi ai cittadini che avessero bisogno di cure. Non pretendo che ogni paesino abbia il suo ospedale con ogni reparto, ma è indubbio che sopprimere reparti ben funzionanti, di comprovata qualità e magari ristrutturati da poco con grosse spese pubbliche, costringendo le mamme partorienti o persone con problemi di salute che ne mettano a rischio la vita a fare tanti chilometri su strade spesso dissestate, non corrisponde all’idea di sanità che io, che dovrebbe essere il più vicino possibile ai bisogni dei cittadini”.
“Ci auguriamo che stavolta la Giunta Regionale non snobbi, come avvenne per la risoluzione sui punti nascita, la decisione maggioritaria e volontà popolare di rivedere un Piano di riorganizzazione sanitaria regionale che altrimenti creerebbe solo ulteriori problematiche per i cittadini, aumentando le criticità invece di diminuirle”, è il commento del Comitato.