In tale occasione il direttore generale Fagnano e quello amministrativo Di Giosia”, sottolinea il sindaco. in vista delle ferie estive e con la carenza cronica del personale sanitario, avevano espresso la difficoltà dell’Ente ad erogare prestazioni senza creare disagio all’utenza.
In particolare erano in attesa che la Regione autorizzasse la proroga dei contratti a tempo determinato di varie figure.
Se fossero stati prorogati i contratti a tempo determinato l’Ospedale di Sant’Omero non avrebbe avuto problemi di accorpamento di reparti.
Tuttavia, pur in presenza della proroga, come ogni anno, da qualche tempo, anche nel 2016, si è avuto l’accorpamento di Chirurgia con Ortopedia smentendo l’assicurazione fornitaci poco più di un mese fa.
Esistono due realtà, quella rassicurante che ci viene trasmessa dal vertice ASL e quella reale, fatta di tagli progressivi e di una devastante e continua spoliazione del nostro ospedale e, più in generale degli ospedali di Giulianova ed Atri a cui va la nostra solidarietà.
Non da oggi abbiamo sostenuto che le strutture possono morire perché la Regione decide di sopprimerle e questo non è il nostro caso in quanto il piano di riordino della sanità ha preservato le caratteristiche del nostro Ospedale, ma possono morire anche per cattiva organizzazione, un’organizzazione che non tiene in alcun conto dei numeri e delle esigenze della popolazione.
Si sopprimono posti letto, con accorpamenti, in territori in cui, in estate, vi è un notevole incremento di popolazione per turismo.
Francamente non riusciamo a capire quale logica ci sia dietro tali decisioni.
La mobilità passiva, verso i privati e pubblici della Regione Marche, aumenta ogni anno, le liste di attesa sono sempre più lunghe ed i cittadini sono sempre più costretti a pagare le prestazioni, anche quelle esenti, per avere risposte alle loro esigenze sanitarie.
Quale Sindaco di Sant’Omero, come responsabile della sanità dell’Unione dei Comuni e come componente del Comitato ristretto dei Sindaci nella ASL, esprimo il mio più profondo rammarico per questo modo di amministrare che non ci piace, che è carente di un vero e proprio confronto e che sembra presentare dissociazione fra quello che ci viene detto dalla Direzione Generale e quello che ogni giorno viene rappresentato, ai cittadini”.