Martinsicuro. Una settimana di silenzio, poco più. Poi la replica. Dettagliata nei passaggi. Molto depurata da valutazioni di ordine politico (anche se tra le righe qualcosa traspare). Il tutto per rimettere al centro tutta la vicenda, lunga 30 anni, del debito Flajani.
L’amministrazione comunale di Martinsicuro, guidata dal sindaco Paolo Camaioni, ha diffuso una nota relativamente alla questione del contenzioso Flajani, oramai acclarato alla luce dell’ultimo pronunciamento della Cassazione e la definizione delle somme da parte della Corte d’Appello.
Puntualizzazioni che seguono la recente conferenza stampa di Fratelli d’Italia-An che ha ricostruito a sua volta la vicenda con la presenza dell’avvocato Stefano Flajani.
“Per fine maggio”, sottolinea il sindaco Paolo Camaioni, a nome dell’intero gruppo di maggioranza, ” qualcuno aveva annunciato una epocale “operazione-verità” sul debito Flajani. Ebbene, a distanza di una settimana, ascoltate le risultanze di quel confronto, possiamo tranquillamente affermare che quanto emerso in quella occasione è piuttosto distante dalla realtà dei fatti”.
L’avvio del contenzioso. La famiglia Flajani, in data 26 maggio 1998, notificava al Comune di Martinsicuro un atto di citazione con il quale richiedeva all’Ente il risarcimento del danno per l’occupazione illegittima di un proprio terreno (utilizzato per la costruzione – previa regolare concessione della Regione Abruzzo – del Depuratore delle acque del torrente Vibrata), oltre al controvalore del bene immobile definitivamente perduto, il tutto quantificato in Lire 3,343 miliardi (1.720.000 Euro circa) oltre interessi e rivalutazione. Nel suddetto giudizio di primo grado, nel 1998, dinanzi al Tribunale di Teramo, il Comune di Martinsicuro non si costituiva, restando, quindi, contumace.
L’appello. Avverso la sentenza del Tribunale di Teramo (che aveva rigettato la domanda dei Flajani per difetto di legittimazione passiva del Comune, sul presupposto che questa fosse da attribuire alla società Sipes Spa aggiudicatrice dell’appalto), i Flajani proponevano appello, con atto notificato al Comune di Martinsicuro in data 2 novembre 2007, chiedendo la riforma della sentenza e la condanna del Comune al pagamento della complessiva somma di euro 1.782.000 circa, oltre rivalutazione e interessi. Nel suddetto giudizio di secondo grado, nel 2007, dinanzi alla Corte di Appello di L’Aquila, il Comune di Martinsicuro non si costituiva restando, quindi, nuovamente contumace. L’esito della sentenza della Corte di Appello che condannava il Comune di Martinsicuro al pagamento della somma di € 557.773,45 oltre gli interessi legali a decorrere dall’1 settembre 2004 è stata notificata in municipio il 24 agosto 2012.
Ricorso in Cassazione. Dopo un mese circa, all’esito di una analitica disamina degli atti di causa, l’Amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno conferire l’incarico al legale per il ricorso in Cassazione, proponendo contestualmente davanti alla Corte di Appello dell’Aquila, istanza per la sospensione dell’esecutività della sentenza di secondo grado. Precisiamo che nel periodo in questione non vi è stata nessuna richiesta di trattativa da parte dei Flajani, tanto che il 14 febbraio 2013, perveniva atto di pignoramento presso terzi ad istanza della controparte.
La Corte di Appello dell’Aquila, con provvedimento reso in data 13 marzo 2013, sospendeva l’efficacia esecutiva della sentenza oggetto del ricorso per Cassazione, con conseguente necessaria sospensione del processo esecutivo nel frattempo intrapreso dai Flajani in danno dell’Ente.
In questo spazio temporale, l’unica trattativa che vi è stata tra il legale del Comune e quello della famiglia Flajani, vedeva quest’ultimo avanzare una richiesta quantificabile nell’ordine dei 2 milioni di Euro, ritenuta dall’Ente assolutamente inaccettabile.
Pronunciamento della Cassazione. Con ordinanza del 26 novembre 2014, la Suprema Corte di Cassazione, nel ritenere inammissibile il ricorso proposto dal Comune di Martinsicuro per la riforma della sentenza della Corte di Appello dell’Aquila n. 694/2012, riconosceva l’ammissibilità del ricorso incidentale, promosso dai Flajani, rinviando alla Corte d’Appello medesima per il successivo giudizio.
Con la notifica della nuova sentenza della Corte d’Appello, avvenuta il 13 maggio 2016, il Comune di Martinsicuro è stato condannato al pagamento della rivalutazione e degli interessi a far data dal 2 ottobre 1994 (e non, come richiesto dai Flajani, dal 2 Ottobre 1991) per un importo vicino agli 800.000 Euro.
Alla luce delle vicende processuali sopra riferite ed in particolare all’esito dei due gradi di giudizio in cui il Comune di Martinsicuro rimaneva contumace – peraltro con esiti assolutamente discordi (atteso che in primo grado, sebbene l’Ente non si fosse costituito in giudizio, il Tribunale di Teramo aveva rigettato la domanda avanzata dai Flajani) – l’Amministrazione Comunale da me presieduta ha ritenuto di dover sottoporre al vaglio della Suprema Corte la sentenza di condanna resa dalla Corte di Appello, prima di curarne l’esecuzione. Peraltro, a conti fatti, l’azione di difesa messa in campo da questa Amministrazione, ha portato ad un contenimento delle pretese della controparte non già ad un suo inasprimento.
La trattativa. Precisiamo, infine, che nelle ultime settimane vi è stato un tentativo di trattativa con la famiglia Flajani, mirato alla possibilità di spalmare su due annualità la cifra dovuta, ma a tutt’oggi l’Ente non ha ricevuto alcun riscontro.
Questi sono fatti certificati: cercare di stravolgerli a proprio uso e consumo, gettando accuse generiche ed assolutamente prive di fondamento sull’amministrazione comunale da me rappresentata, appare assolutamente fuori luogo. Noi abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità e siamo certi che i cittadini avveduti ed onesti intellettualmente apprezzeranno il nostro sforzo ed il nostro impegno per far quadrare i conti anche in questa occasione”.