Martinsicuro. Tutta la verità sul caso Flajani. O meglio: tutti i costi, che sono lievitati a dismisura, sul debito legato alla realizzazione dell’attuale depuratore consortile di Alba-Villa Rosa. Un debito di circa 1 milione e mezzo di euro.
Se a livello consiliare, da settimane, si ragiona sulla vicenda (è stata anche istituita una commissione consiliare d’inchiesta) il circolo cittadino di Fratelli d’Italia-An, supportata dall’avvocato Stefano Flajani, legale dell’omonima famiglia, ha ricostruito tutto l’iter. Una vicenda oramai trentennale che ha solcato e attraversato amministrazioni. L’ultimo ricorso in Cassazione, proposto dal Comune di Martinsicuro, però, ha avuto l’effetto (con rimando alla Corte d’Appello) di far crescere in maniera esponenziale l’esborso finanziario a carico delle casse comunali.
Valutazioni politiche, da parte di Massimo Clementoni (coordinatore locale del circolo FdI-An), e tecniche, da parte dell’avvocato Flajani hanno chiarito tutti i passaggi, carte alle mano, di una situazione non nuova a Martinsicuro (il debito Franchi docet), che rischia poi di mettere a dura prova la tenuta dei conti.
” I nostri amministratori vivono in un mondo virtuale”, ha sottolineato Clementoni, ” pensano solo a Facebook, ma poi sulla situazioni concrete non trovano soluzioni che vanno a beneficio della collettività. La vertenza Flajani è l’emblema di questa situazione. Una vera e propria mannaia che si abbatterà sulle casse comunale e sui cittadini, già gravati da tasse e difficoltà economiche. Cosa accadrà ora? Meno servizi, meno opere pubbliche e aumento della tassazione per far fronte ad un debito che è cresciuto anche per la dabbenaggine degli amministratori”.
Nel corso della conferenza stampa, tutta la vicenda è stata sottolineata con documentazioni e sentenze da Stefano Flajani, avvocato dei proprietari terrieri, ai quali negli anni ’90 furono “estromessi” delle loro proprietà senza essere indennizzati. La storia è nota e secondo quanto emerso durante la conferenza stampa, poteva essere evitata negli effetti finali. Nel 2012, infatti, la Corte d’Appello de L’Aquila, aveva accolto le ragioni dei proprietari terrieri, condannando il Comune a pagare una somma di circa 770 mila euro. ” Alla luce di questo pronunciamento”, ha sottolineato Flajani, ” ci sono stati dei contatti con l’amministrazione per chiudere la partita, anche sotto l’aspetto extragiudiziale.
Nel frattempo, l’Ente ha impugnato il contenzioso (Ente sempre contumace nei due gradi di giudizio precedenti), ch però è stato dichiarato inammissibile”.
Ma c’è dell’altro. L’ulteriore grado di giudizio (con rivisitazione del tutto da parte della Corte d’Appello) ha retrodatato i tempi di decorrenza del cosiddetto illecito amministrativo. Non più dal 2004, ma dal 1994. Da quel momento, poi, è stato fatto il calcolo di decorrenza di tutti i conteggi. L’effetto pratico è che il debito è cresciuto di quasi 900mila euro ulteriori. Il Comune ha pagato nel frattempo circa 500mila euro, la restate parte dovrà essere pagata. In poche parole, dovranno essere pagati dieci anni in più di contenzioso, tra interessi, rivalutazioni e anche spese legali.
Cosa accade ora. Nei prossimi 120 giorni bisognerà pazientare, prima di fare eventuali azioni conservative. A questo punto, però, potrebbe anche essere seguita la strada di un accordo, ma tutto da misurare, fermo restando che dei contatti in queste settimane ci sono già stati. Restano sul tavolo, nel frattempo, altri 8 contenziosi (come da ricordato l’avvocato Flajani, che mostrano di come sia intricata la questione).
Le responsabilità. ” L’attuale amministrazione”, chiosa Clementoni, ha la responsabilità morale di questo aggravio, che poi si unisce a tutte le responsabilità delle passate amministrazioni che hanno messo da parte la soluzione di questo contenzioso, ora giunto all’atto finale. Faccio un appello ad Alduino Tommolini, presidente della commissione d’indagine sul debito Flajani di approfondire tutti gli atti e i documenti”.
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