Teramo. Sabato prossimo sarà ufficializzata l’apertura a Teramo delle Facoltà telematiche di Giurisprudenza e di Economia patrocinata dall’Università La Sapienza di Roma. La notizia, anticipata su un quotidiano locale, non ha lasciato indifferente nessuno. A partire dall’Ateneo teramano e dall’Amministrazione Comunale.
“Tale apertura” aveva detto il rettore Rita Tranquilli Leali “arreca grave ed irreparabile pregiudizio non soltanto all’Ateneo di Teramo, in quanto unica sede regionale della Facoltà di Giurisprudenza, bensì a tutto il sistema universitario statale regionale, soprattutto alla luce dei criteri di razionalizzazione sanciti dalla normativa universitaria, nonché dallo schema del decreto ministeriale relativo alle Linee generali d’indirizzo della programmazione universitaria 2010-2012, attualmente al vaglio della Corte dei Conti. D’altro canto lo stesso Governatore della Regione Abruzzo ha pubblicamente sollevato perplessità in ordine all’attuale configurazione del sistema universitario regionale, individuando, in termini di strategia, il ricorso alla costituzione di una federazione. Il Rettore aveva, inoltre, inviato alle autorità ministeriali, regionali e accademiche una lettera con la quale ha chiesto un intervento immediato sulla questione, “al fine di evitare duplicazioni, che finirebbero per alterare gli equilibri ed il mantenimento del sistema universitario statale regionale, nonché gli stessi interessi della popolazione studentesca”.
Sull’argomento interviene oggi anche il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, che annuncia con determinazione una mobilitazione “decisa e diffusa”.
Secondo il primo cittadino, infatti, la nascita di una Università con facoltà identiche a quelle già attive nel territorio, seppure con le caratteristiche della formazione telematica e peraltro gestite da una Ateneo del peso della Sapienza di Roma, prefigura una situazione di reale difficoltà per l’Ateneo teramano, che va fronteggiata da subito, prima ancora che la ventilata ipotesi trovi conferma nella realtà. Per questo ha deciso di coinvolgere direttamente il Ministro dell’Università Mariastella Gelmini, il presidente della Regione Gianni Chiodi, il presidente della Provincia Valter Catarra e il Magnifico Rettore Rita Tranquilli Leali, invitando tutti ad intraprendere iniziative appropriate per scongiurare una ipotesi che, qualora dovesse trovare fondamento, andrebbe a causare un danno considerevole non solo all’Ateneo teramano, ma all’intero territorio.
Della questione sono stati investiti i capigruppo consiliari di maggioranza Gianni Agostinelli (Pdl), Mauro Di Dalmazio (Al Centro per Teramo), Marcello Procacci (Udc), i quali hanno già annunciato che si faranno promotori della richiesta di convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio, al fine di coinvolgere anche i gruppi di opposizione, per una mobilitazione che sia ampia e risoluta.