“Le dimissioni dei consiglieri e del Presidente del CdA, ai quali esprimo la mia solidarietà, sono un atto responsabile davanti all’impasse che il Consorzio sta vivendo in questi ultimi mesi, davanti ai quali ognuno è chiamato alle sue responsabilità a partire dai soci. I problemi sono diversi e complessi: la mancanza di adeguate risorse professionali in termini numerici e di competenze che possano svolgere quotidianamente il lavoro di programmazione e gestione richiesto, i ritardi nell’adeguamento della struttura rispetto alle novità imposte in materia contabile ed economica, i ritardi accumulati nei pagamenti ai fornitori di servizi e le conseguenti gravi difficoltà per le cooperative e per i lavoratori. Una crisi che pure, con senso di responsabilità ed impegno, il Comune di Mosciano S. A. ha cercato di contenere e scongiurare, avanzando in sede di Assemblea dell’Ambito proposte operative per gestire gli aspetti più problematici in maniera funzionale al superamento delle criticità esposte nell’ottica del riordino del sistema socio sanitario regionale. Proposte, ad onor del vero, sulle quali non si è trovato pieno accordo e che non hanno potuto trovare seguito. Abbiamo anche lavorato per definire in accordo con la direzione dell’Ambito l’entità del debito pregresso dell’ente, proponendo al contempo modalità di pagamento che contribuissero a risolvere, almeno parzialmente e per quanto di nostra competenza, i gravi problemi di natura finanziaria, naturalmente a condizione che anche gli altri comuni soci si impegnassero nella normalizzazione di quanto dovuto con atti concreti e ufficiali. Allo stato attuale questo processo non è stato portato a compimento e la questione debitoria dei comuni consorziati deve essere valutata congiuntamente, nell’interesse di una gestione sostenibile dell’intero sistema dei servizi sociali erogati dal Consorzio e in ottica dei nuovi assetti gestionali futuri che si imporranno.
Infine si rende necessario chiarire che ogni diversa ipotesi di gestione, immenente nei prossimi mesi con l’approvazione del nuovo Piano Sociale regionale e con la definizione dei nuovi ambiti socio-sanitari, non può prefigurare una gestione totalmente autonoma di ciascun ente dei propri servizi sociali, le cui funzioni di programmazione, amministrative e contabili faranno comunque capo ad una comune capofila o EAS sul territorio con dimensioni territoriali ancora maggiori rispetto alle attuali.”