Non è una presa di posizione politica, peraltro anche ipotizzabile, visto quello che sta accadendo in seno al gruppo maggioranza (peraltro il disciplinare era all’ordine del giorno del consiglio comunale che poi ha dato la stura alla crisi allo stallo attuale), ma il contenuto di una nota che il Comitato di difesa della salute e della quiete e del risposo notturno ha inviato, negli ultimi giorni, a prefetto e questore di Teramo.
Se da un lato, fa notare il comitato, l’amministrazione comunale è stata più volte sollecitata ad adottare provvedimenti a tutela dei residenti del lungomare Sirena, dall’altro viene redatto un regolamento sulle attività musicali (e rumorose) degli stabilimenti balneari che viene visto come una sorta di iattura.
Nella nota inviata alle istituzioni, Emilio Sodano, presidente del Comitato, prende a riferimento la bozza di regolamento che era in procinto di essere approvato in consiglio comunale. ” Un regolamento”, fa notare Sodano ” che, oltre a permettere di suonare fino alle 2 di notte il venerdì e il sabato, prevede nella stagione estiva la possibilità di ben 5 deroghe fino alle ore 3 e tre fino alle 4″.
Un regolamento che al momento si è arenato prima di approdare in consiglio comunale. O meglio, in consiglio non si è discusso perchè nella seduta in questione è mancato il numero legale.
” Questo tipo di impostazione”, sottolinea Sodano, ” che non ha eguali su tutta la costa Adriatica, è fatta per favorire alcuni gestori di stabilimenti balneari, peraltro già finiti nel mirino per questioni legate al disturbo della quiete pubblica”.
Il tema sollevato dal comitato, nella segnalazione alle autorità, però è di altra natura: gli effetti giudicati negativi dall’adozione di un simile regolamento.
” Non credo sia difficile immaginare”, prosegue Sodano, ” quali problemi di ordine pubblico, di igiene e di viabilità si creeranno se non gestiti in maniera preventiva dal Comune e dagli altri entri preposti al controllo”.
E’ ovvio che forme di controllo e di prevenzione, da parte dell’Ente, non possono essere garantite dalla polizia municipale, che termina il proprio servizio molte ore prima dal limite fissato dalle ordinanze.
Il nodo della questione, però, non investe solo gli orari, ma anche alcune norme contenute nel regolamento per questo concerne la vigilanza.
” Appare inverosimile che la quiete la sicurezza pubblica”, si legge ancora, ” in occasione di tali serate sia assicurata da guardie giurate. E’ ovvio che le stesse si limiteranno a gestire la sicurezza del locale e che gli avventori, quando ubriachi e in condizioni fisiche precarie, saranno privi di controllo e dunque a poca distanza dal locale, ma anche dal centro abitato”. E poi la questione della misurazione dei valore dei decibel: ” che garanzia di imparzialità ci sarebbe, quando le emissioni devono essere certificate da un tecnico competente in acustica pagato dal gestore del locale?”.
Tutti motivi, secondo il comitato, affinché le autorità intervengano per apporre i correttivi del caso.